L’assessora regionale al Turismo, Elvira Amata, è ufficialmente indagata dalla Procura di Palermo con l’accusa di corruzione perché – stando a quanto rivelato da Repubblica – avrebbe ricevuto l’assunzione del nipote nella società della cosiddetta “lady Dragotto“.

Marcella Cannariato avrebbe assunto nella società di riferimento, la “A&C broker”, il nipote della Amata. Particolare di non poco conto il fatto che l’assessora aveva in affitto una casa della stessa Cannariato e che la sua Fondazione, di cui è vice presidente, riceveva dalla Regione finanziamenti pubblici.

Dalle carte dei magistrati emerge anche il nome del segretario particolare della Amata, Pippo Martino, il quale avrebbe ricevuto delle consulenze dalla Cannariato, attraverso delle fatturazioni effettuate da una società di famiglia.

Un intreccio che la magistratura sta ricostruendo e che per il momento vede come indagati la Amata, lo stesso Martino e la Cannariato, già indagata nell’altro filone riconducibile al presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, che proprio oggi riferirà in aulta.

Un’autentica tempesta giudiziaria che si sta abbattendo su Fratelli d’Italia e che potrebbe avere dei riflessi di natura politica. Il governatore Renato Schifani, a differenza di quanto accaduto in occasione della notizia dell’indagine su Galvagno, ieri è rimasto in religioso silenzio. E’ innegabile l’imbarazzo del governatore che si trova a dover fronteggiare nei prossimi giorni una tempesta politica da parte dell’opposizione.