I primi tre anni da sindaco di Messina coincidono con l’inizio del conto alla rovescia per le nuove elezioni. Già, fra due anni esatti si torna alle urne per eleggere il sindaco di Messina. Ieri la conferenza autocelebrativa per annunciare“urbi et orbi” quello che è stato fatto e, soprattutto, quello che sarà fatto nei rimanenti 24 mesi di mandato elettorale.
Poi saranno gli elettori – speriamo tanti – a giudicare l’operato di questa amministrazione comunale. Tutto ebbe inizio a giugno 2018 – come ripetutamente ricordato da Cateno De Luca in questi giorni sui Social – con l’elezione dell’ex sindaco di Santa Teresa di Riva e Fiumedinisi, oggi primo cittadino di Taormina. Laddove nacque l’Europa… (falsissimo storico)
Le cose fatte
Sarebbe disonesto intellettualmente dire che in questi 8 anni (sì otto), non è stato fatto nulla a Messina. Tuttavia, rispetto agli annunci roboanti è cambiato poco o nulla. La politica delle “clientele” è sempre la stessa, camuffata dietro un abito diverso, però molto più spregiudicata. Le tanto vituperate società Partecipate, quelle che De Luca definiva il bancomat della politica e che le avrebbe subito ridotte, hanno continuato a distribuire bigliettoni verdi (in senso metaforico, s’intende). Non solo non sono state ridotte, ma sono state addirittura aumentate perché i “posti” di sottogoverno piacciono e riescono a dare risposte a chi si è speso per la “causa”. Posti che sono stati appannaggio di personaggi che riescono sempre a galleggiare nei mari tempestosi della politica e che oggi “sbracano” a mezzo Social.
Il Risanamento
Uno dei meriti che va ascritto al corso di De Luca – e quindi al suo successore Basile – è rappresentato dal Risanamento: qui però i meriti vanno condivisi con la vera “mente pensante” di Cateno, ovvero Marcello Scurria: a lui va ascritta la legge sul Risanamento di Messina, sposata da De Luca che l’ha fatta propria all’Ars e soprattutto a lui va attribuita la creazione di Arisme. Poi ha guidato l’ufficio commissariale creato ad hoc perché la politica ha voluto togliere di mano il pallino del Risanamento, portatore di consensi, con il commissariamento del Comune di Messina. E guarda caso lì a dirigere la baracca c’è andato Marcello Scurria, caduto dal pero di Fiumedinisi perché stava diventando scomodo. Poi l’ennesimo salto della quaglia di Cateno De Luca, il quale ha deciso di condividere il percorso politico di Renato Schifani, il gerontocrate spesso finito nel mirino dello sciamano del Nisi e quindi il siluramento di Scurria. Il motivo è legato alla visibilità acquisita in anno di lavoro e alla possibilità che l’avvocato potesse diventare un’insidia alle elezione del 2027. Il resto è solo cronaca.
Messina città della musica e del… “cerchio magico”
Ma torniamo alle cose fatte da Basile. Sono stati attratti ingenti finanziamenti, utilizzati per organizzare spettacoli ed eventi di un certo livello. La cui gestione è stata affidata al “cerchio magico” deluchiano. Vagonate di soldi che sono serviti per la “clientela politica”. Sia chiaro non è una colpa. Ma rispetto al passato cos’è cambiato? Nulla. Sono cambiati attori e semplici comparse.
Cultura: città viva
A livello culturale, grazie all’assessore Caruso, s’è fatto tanto: Messina adesso è una città viva con un cuore pulsante. Che nessuno dica a “Messina non c’è nenti” perché sarebbe una bestemmia. Certo manca maledettamente il calcio, la cui gestione politica ha lasciato molto a desiderare.
Le note dolenti… (viabilità)
Ma andiamo alle note dolenti. Iniziamo dalla viabilità, nervo scoperto di un’amministrazione che ha pensato bene di rimodellare una città spingendo i cittadino all’uso dei mezzi pubblici. La pervicacia con la quale sono stati realizzati i numerosi (spesso inutili), parcheggi di interscambio lascia perplessi. Ma come dice Mondello “C’erano i soldi e che dovevamo fare”. Applausi a scena aperta. Poi le piste ciclabili, realizzati a spizzichi e bocconi per consentire ai numerosi (?), ciclisti di scorrazzare per le vie di Messina. Pare sia in programma anche una pista sui Peloritani, ma qui servono gli scalatori professionisti.
Acqua H 24 (AMAM)
E poi la nota dolentissima dell’acqua. Risuona come un mantra la dichiarazione fatta all’unisono da De Luca e il suo “Puccio”: “Messina avrà l’acqua h24”. Nulla di tutto questo, l’acqua continua a mancare, certo spesso la colpa è dell’Enel che stacca la luce, ma chissenefrega dei messinesi costretti, guarda caso, a rimanere senz’acqua nei fine settimana.
MessinaServizi…
E che dire della MessinaServizi, guidata dall’ex commessa del negozio di telefonia che nel frattempo ha preso una laurea online e che adesso guida una delle più importanti Partecipate comunali. Purtroppo, nonostante le attestazioni per avere raggiunto alti livelli di differenziata, i cittadini sono costretti a convivere con l’immondizia che viene raccolta a singhiozzo. Vedi il caso della Cooperativa Zancle, dove i rifiuti si sono elevati sul livello del mare.
Le agenzie interinali
In conclusione parliamo delle assunzioni attraverso le agenzie interinali. Ci aveva provato Accorinti, demonizzato da Cateno De Luca, poi si è proceduto alle assunzioni “professionalizzanti” di giovani under 30 (l’ATM ha fatto il pienone), ma una volta che ci si è resi conto che l’età cominciava a diventare una discriminante, ecco spuntare l’interinale.
La lista sarebbe lunga, l’unica certezza che i messinesi hanno oggi è che fra due anni si torna a votare…
Davide Gambale

