Scuola, graduatorie interprovinciali: “Prevalga il merito”

Redazione

Scuola, graduatorie interprovinciali: “Prevalga il merito”

martedì 24 Giugno 2025 - 07:59

“A dieci anni dall’approvazione della Legge 107/2015, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani denuncia l’irrisolta questione dei docenti di ruolo fuori sede, in particolare quelli assunti nella fase straordinaria di immissione in ruolo prevista dalla riforma. Questi docenti, in particolare quelli appartenenti alla classe di concorso A046 – discipline giuridiche ed economiche, oggi parte integrante del tessuto scolastico nazionale, continuano a vivere un’esistenza sospesa, costretti a lavorare a centinaia di chilometri dalla propria residenza, con gravi ripercussioni economiche, familiari ed emotive”.

Lo scrive in una nota il prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU

“Secondo il Rapporto Italia 2025 di Eurispes, il 65,2% delle famiglie italiane segnala un peggioramento delle condizioni economiche rispetto all’anno precedente, mentre il 78,5% dichiara di avere difficoltà a far fronte alle spese ordinarie. In questo contesto, i docenti fuori sede sostengono da anni costi insostenibili per l’alloggio, i trasporti, la doppia gestione familiare. Nonostante ciò, essi continuano a garantire la propria presenza nelle aule, a favore della continuità didattica e dell’istruzione pubblica. In vista delle assegnazioni provvisorie interprovinciali per l’anno scolastico 2025/2026, riteniamo urgente e doveroso che il Ministero dell’Istruzione e del Merito riconosca – finalmente – il valore del merito nelle domande di mobilità. In particolare, chiediamo che vengano valutati e premiati i titoli culturali e il servizio prestato, elementi che dovrebbero rappresentare la base etica e professionale di ogni criterio di selezione. È paradossale e ingiusto che proprio in una fase storica in cui il Ministero si è voluto ridefinire aggiungendo la parola “Merito”, tale concetto venga sistematicamente ignorato nelle contrattazioni relative alla mobilità del personale docente. Sindacati e Ministero, negli anni passati, non hanno mai voluto riconoscere il valore del percorso professionale di chi, pur con abilitazioni, specializzazioni, master, anni di servizio e formazione, è rimasto inchiodato lontano dalla propria terra. Ci domandiamo: che senso ha parlare di merito, se poi proprio coloro che lo incarnano quotidianamente vengono penalizzati? È giunto il momento di rompere questo silenzio istituzionale. Facciamo appello diretto al Ministro Giuseppe Valditara: dia coerenza all’identità del suo Dicastero, introducendo nelle domande di assegnazione provvisoria il criterio del merito, valorizzando i percorsi professionali di chi ha dimostrato di saper reggere il sistema scolastico in condizioni difficilissime. Merito significa riconoscere l’esperienza, la qualità, la preparazione. Merito significa giustizia. E la giustizia, nella scuola, non può essere selettiva né arbitraria”.

Conclude il docente.

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