In un contesto di crescenti polemiche e preoccupazioni riguardo alla gestione delle risorse idriche, i sindaci di Messina e Taormina, Cateno De Luca e Federico Basile, hanno chiarito la situazione dello scambio idrico tra le due città. In una conferenza stampa tenutasi stamane presso il serbatoio di Gazzi, oggetto di critiche politiche, i due primi cittadini hanno presentato dati e progetti per spiegare la complessa realtà che affronta Messina in termini di approvvigionamento idrico.
Secondo De Luca, l’attuale rete idrica di Messina, risalente agli anni Cinquanta, ha subito modifiche e allungamenti per adattarsi all’espansione urbana senza che venissero effettuati interventi strutturali adeguati. Questo ha portato a una rete idrica inefficiente e inadatta a sostenere la domanda odierna. “Dal 2018 abbiamo avviato progetti per migliorare una rete idrica che fa schifo”, ha dichiarato il sindaco di Taormina, sottolineando l’assenza di progetti e finanziamenti al suo insediamento.
Federico Basile ha ulteriormente dettagliato la situazione, parlando degli investimenti necessari per migliorare la rete idrica cittadina. Ha evidenziato come la città sia passata da 12 ore di erogazione media di acqua al giorno a 18 ore, grazie ai progetti finanziati e in corso di realizzazione. Tuttavia, Basile ha espresso preoccupazione per il futuro, sottolineando la necessità di ulteriori fondi per completare il rinnovamento della rete idrica.
Il presunto “furto” d’acqua da parte di Taormina è stato uno dei temi centrali della conferenza stampa. Lo scambio idrico tra Messina e Taormina è regolato da una convenzione stipulata nel 2005 e rinnovata nel 2021 e nel 2023. Questo accordo prevede che la condotta di Fiumefreddo, gestita da Amam e più vicina a Taormina, fornisca al comune ionico circa 16 litri di acqua al secondo. In cambio, Messina riceve acqua dalla condotta dell’Alcantara, gestita da Siciliacque, per una media di 27 litri al secondo, assicurando così alla città dello Stretto un guadagno netto di circa 10 litri al secondo.
Salvo Puccio, direttore generale del Comune di Messina, ha spiegato che questo scambio è un “vettoriamento tecnico, che non riduce le risorse idriche di Messina, ma anzi, grazie al pagamento di Taormina per il vettoriamento, rappresenta un beneficio economico per la città”. Questo sistema, seppur complesso, è soggetto a variazioni in base alla disponibilità idrica e alle necessità di Taormina.
De Luca non ha risparmiato critiche alla gestione regionale, accusando i precedenti governi di aver perso significativi finanziamenti per l’agricoltura e l’approvvigionamento idrico. Ha evidenziato come solo una frazione dei fondi necessari sia stata destinata al miglioramento della rete idrica, lamentando che i progetti cantierabili di Messina richiedono investimenti urgenti per essere completati. De Luca ha inoltre criticato il governo per aver dirottato 2 miliardi di euro dal Fondo sviluppo e coesione (FSC) per il Ponte sullo Stretto, fondi che avrebbero potuto risolvere le emergenze idriche di Messina.
“Non è una guerra, ma una constatazione,” ha detto l’ex sindaco di Messina, rimarcando l’importanza di priorità chiare nella gestione delle risorse pubbliche.
Michele Bruno.