Carenza pediatri, La Fauci: “Le risorse ci sono, intervenga il sindaco”

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Carenza pediatri, La Fauci: “Le risorse ci sono, intervenga il sindaco”

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giovedì 11 Aprile 2024 - 11:07

Si torna a parlare della carenza di pediatri a Messina e provincia, e in particolare nel distretto sanitario Messina Nord, che comprende un’area che va da Tremestieri a Rometta. Dopo un’apposita lettera inviata nelle settimane scorse alle autorità sanitarie competenti, il consigliere comunale di Ora Sicilia Giandomenico La Fauci spiega che il suo appello al momento non ha sortito alcun riscontro concreto. Stando a quanto affermato dal consigliere comunale, il problema della carenza di pediatri potrebbe essere facilmente risolto perché non vi sono problemi di carenza di risorse finanziarie, chiedendo pertanto un immediato intervento della massima autorità sanitaria in città, il sindaco Basile.

“L’urgenza di questa questione è sotto gli occhi di tutti. – afferma La Fauci – Il nostro territorio vede una popolazione giovanile in costante crescita, che necessita di attenzioni specialistiche e che non può essere adeguatamente assistita dalla medicina generale, meno focalizzata sulle specificità pediatriche. A marzo, l’Asp ha deliberato un solo incarico di pediatria: zona carente in sofferenza ai sensi dell’art. 30 comma 8 dell’Acn (Accordo collettivo nazionale dei pediatri libera scelta) del 28/04/2022 che stabilisce che: ‘al fine di garantire l’assistenza pediatrica, l’Azienda può procedere all’individuazione di un ambito territoriale carente anche in deroga al presente articolo (art.30 comma 1), previo parere del Comitato Aziendale’. Tuttavia, Asp e comitato aziendale non hanno tenuto conto di una popolazione pediatrica complessiva di oltre 30 mila pazienti, per cui un solo incarico risulta palesemente insufficiente.

“Questa situazione si complica ulteriormente considerando che, a fronte di un bisogno crescente di assistenza pediatrica, le dinamiche interne e le regolamentazioni vigenti sembrano agire come un freno al necessario potenziamento dell’offerta sanitaria. Si percepisce – anche dopo alcuni incontri informali coi responsabili – un senso di mani legate, dove ogni tentativo appare più come un tappare i buchi visti gli ostacoli burocratici o le resistenze di varia natura. È importante sottolineare come non sussista una problematica di tipo economico: considerando un rapporto di circa un pediatra ogni 600 bambini da 0 a 6 anni, ci troviamo di fronte a una situazione in cui le risorse finanziarie, seppur limitate, non sembrano essere il principale ostacolo dato che la spesa pro capite rimarrebbe sostanzialmente invariata anche aumentando il numero di pediatri. Insomma, le risorse non sono una questione, una volta tanto. Per questo, quindi, non è l’Asp ad avere una convenienza nel non aumentare il numero dei pediatri a disposizione, tutt’altro. Al contrario, invece, non è così malizioso pensare che siano alcuni professionisti che preferiscano rimanere in pochi, non preoccupandosi che i pazienti debbano affidarsi, quando costretti, alle cure presso studi privati o affollare i Pronto Soccorso.

“In questa spiacevole situazione di mani legate, le conseguenze ricadono inevitabilmente sulle centinaia di bambini che resteranno, chissà per quanto tempo, sprovvisti di assistenza pediatrica. Rinnovo quindi la mia richiesta di un intervento immediato e decisivo per superare questa criticità. Non si tratta soltanto di numeri, ma della salute e del benessere dei nostri bambini che non possono essere lasciati in attesa di soluzioni. L’annuncio di un nuovo incarico di pediatria è un piccolo passo nella giusta direzione, ma è essenziale che questo non rimanga un caso isolato. È indispensabile un cambiamento strutturale che permetta una distribuzione più equa e funzionale delle risorse sanitarie, in grado di rispondere concretamente alle esigenze della nostra comunità. L’assenza di risposte e di atti concreti da parte delle autorità non farà altro che aggravare una situazione già di per sé critica, con conseguenze dirette sulle famiglie e sull’intera comunità. È tempo di agire, e confido che l’appello odierno trovi finalmente risonanza nelle istituzioni competenti. Chiedo anche al sindaco Federico Basile, massima autorità sanitaria cittadina, di interessarsi in prima persona alla vicenda e di partecipare attivamente alle varie riunioni che decideranno quale sarà il futuro delle cure pediatriche della città di Messina”.

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