Commissione Ponte, Franza: “parliamo di come farlo, si e no non ci interessano”

Michele Bruno

Commissione Ponte, Franza: “parliamo di come farlo, si e no non ci interessano”

giovedì 18 Gennaio 2024 - 14:47

Durante la seduta di Commissione Ponte sullo Stretto in Consiglio Comunale di ieri è intervenuto l’ing. Vincenzo Franza, in rappresentanza di Caronte&Tourist, portando il suo punto di vista sull’opera. Dopo aver ricevuto la parola dal presidente Pippo Trischitta, ha esordito:

“Il Ponte è sicuramente la vicenda più importante di cui si discuterà in questo consesso negli ultimi 50 anni. Mio padre, scomparso nel ’90, era favorevolissimo alla realizzazione del Ponte, riteneva infatti che gli anni della costruzione sarebbero stati gli anni più ricchi, anche perché pure per costruirlo bisogna usufruire del traghettamento. Spesso si attribuisce la contrarietà al traghettatore, ma sono solo parole. Sia al livello personale, che come azienda, siamo sempre stati favorevoli, perché siamo un’azienda siciliana e un investimento di questa portata che farà smettere l’isola di essere tale sotto il profilo dei trasporti, saremo collegati con la ferrovia, questo infatti è essenzialmente un Ponte ferroviario, il treno è il vero asse che unisce il Paese, che può unire la Sicilia al nord. Sarà come staccare la Sicilia e posizionarla su Salerno, soprattutto se sarà introdotta una linea ad alta velocità. Questo investimento imporrà inoltre la prosecuzione di altre opere infrastrutturali, come il completamento della Messina-Palermo, Trapani ferroviaria con il raddoppio, la Messina-Catania che è stata iniziata, il completamento insomma della linea autostradale. Serviranno non 11 miliardi, che saranno solo una prima parte, ma 100, per collegarci al meglio con il resto d’Italia. Sono poi un imprenditore, e non posso che essere affascinato dall’idea che gli effetti di questo investimento varranno 4 volte il PIL di Messina. È l’occasione della vita, detto da messinese. Oggi non dobbiamo discutere di Ponte si o no, non importa dell’opinione che abbiamo, non cambierà nulla. Si deciderà altrove, a Roma o Bruxelles. Se si farà dobbiamo essere pronti, e discutere del come. Ciò che verrà fatto ora condizionerà il futuro. Potremo scegliere di essere area di cantiere ed essere scavalcati dal Ponte o sfruttare questa occasione per far fare un salto di qualità alla città. Questo è il nostro compito. Imprenditori, cittadini, politica, soprattutto il Consiglio, dovremo essere pronti. Prima cosa da fare, e siamo già in ritardo, dobbiamo capire cosa servirà, cosa il nostro territorio può affrontare. E questo è compito di questo consesso, che deve fare da cabina di regia. Esempio: ci saranno migliaia di tute da lavoro da lavare al giorno, chi lo farà? A Messina c’è una lavanderia che fa 10mila tute? No, ve lo dico io. La logistica del cathering, qualcuno dovrà organizzarla…qualcuno lo sa fare? Due esempi a caso… Come azienda noi stiamo cercando di prepararci alle necessità logistiche per attrezzare il parco navi per traghettare quei mezzi in più che ci saranno o risolvere le esigenze. Caronte&Tourist ha la possibilità di interloquire direttamente, le altre aziende di Messina no. E qui ci siete voi. Il primo lavoro da fare quindi è interfacciarsi con l’appaltatore e chiedergli cosa serve. È un lavoro che non viene fatto. Se sarà fatto sarà lavoro e ricchezza per Messina. A Catania si stanno organizzando. È il momento della progettazione di dettaglio delle infrastrutture, va anche quella attenzionata. Qui nel 2011 vennero i progettisti, io ero presente e parlai col progettista capo. Dissi ‘abbiamo una torre di 400 metri che guarda due vulcani, nel posto più bello del mondo, perché non ci sono un ristorante ed un ascensore panoramico?’ Mi rispose ‘che bella idea, non ci abbiamo pensato, nessuno ce lo ha chiesto’. Chi progetta un’opera di questo tipo si preoccupa delle questioni tecniche e di minimizzare l’impatto, noi dobbiamo fargli cambiare prospettiva, perché questa è un’opera che resta qui a Messina e per almeno altri 20 anni sarà il Ponte più lungo del mondo. Se riuscissimo a far visitare il Ponte da metà almeno delle persone che vanno a visitare il Teatro greco di Taormina si svilupperà un indotto di 20, 30 milioni di euro solo per salirci, similmente a quanto accade per la Tour Eiffel. Il Ponte per Messina deve essere un attrattore. Non è stato pensato un modello di visita della struttura. Un modello museale che racconti come è stato costruito ai visitatori. Tutti gli spazi prevosti sotto il ponte, un bellissimo giardino, dotiamolo di centri convegni e alberghi, così che i prossimi convegni di ingegneria li facciano qui e non in Calabria. Bisogna farne un’opera turistica, pensando opere a basso impatto che servano a questo scopo. Dobbiamo anche controllare che Messina in questi 10 anni di costruzione si arricchisca e non sia distrutta, sarò il primo io a farlo. Dobbiamo pensare al futuro, non ai dubbi”.

Pippo Trischitta

Il Presidente Trischitta ha poi spiegato che “I due comitati Spazio No Ponte e Invece del Ponte hanno paventato, durante la scorsa commissione, un rischio di riduzione occupazionale nelle società di traghettamento”.

Franza ha risposto: “l’argomento è reale, oggi l’occupazione nell’ambito riguarda direttamente 1200 persone ed indirettamente il triplo, tra imbarco, manutenzione navi, ecc. si avrà durante la costruzione del Ponte. Il modello di funzionamento post-ponte sarà invece diverso e qui c’è un ruolo che la Città può giocare. Un minimo di traffico rimarrà sempre, sarà comunque più veloce arrivare a Villa con un barchino, a meno che non facciano una velocissima ferrovia sul Ponte. Come si distribuirà il traffico veicolare sul Ponte dipenderà da tante cose, innanzitutto dalla tariffa, se sarà più cara di quella dei traghetti il 50% passerà dal trasporto marittimo, da Tremestieri a Villa, in quel Porto che ci auguriamo tutti presto verrà finito, altro compito del Consiglio. Noi siamo a disposizione per parlarne in un’altra seduta. Rimarrà insomma un minimo, dal 30% al 50% di traffico marittimo. Poi con i collegamenti con l’Africa e la possibilità di diventare scalo container, ci potrà essere un forte incremento del traffico. Messina ha già perso il 50% del traffico perché si preferiscono altre rotte come Catania. Se il Ponte sarà gratis non avrà senso il traghettamento, ma qualcuno dovrà fare il backup. Qualunque cosa succeda al Ponte, ad esempio un guasto, servirà un sistema di navi per treni e auto. Servirà almeno il 20% – 30% dell’occupazione attuale. Il vero colpo d’ala per evitare perdite occupazionali è non solo la manutenzione del Ponte, ma far diventare Messina attrattore turistico, e così supereremo più di quello che si perde in occupazione”.

Ha poi approfondito:

“Il Porto di Tremestieri va completato, il sistema attuale basato su un modello degli anni ’70 più Tremestieri è già in crisi. Ci sono le proteste dei trasportatori, dei cittadini quando poi i camion passano dalla città perché il Porto di Tremestieri non funziona, è già un sistema al limite. Il Ponte incrementerà questo traffico. Saremo costretti a gravare ancora di più Porto storico e Rada, creando ‘fastidi’ che sono superiori a quelli che già si lamentano per i cantieri attuali”.

Riguardo la linea di trasporto Messina-Salerno, Franza ha chiarito che “il Ponte porterà un utilizzo più massiccio del treno. Per chi userà il camion sarà ancora una linea funzionale, perché i camionisti devono fare una pausa di 8 ore per dormire e la rotta dura 8 ore. Non cambierà nulla. Se il modello di trasporti siciliano valorizzerà di più il treno, il traffico gommato si ridurrà, ma ciò coinciderà con uno sviluppo industriale senza precedenti. Dobbiamo essere il punto di collegamento tra Africa ed Europa, dove passerà l’idrogeno per il settore fotovoltaico. Lo sviluppo compenserà anche questo”.

Libero Gioveni

Libero Gioveni, capogruppo di Fratelli d’Italia, suggerisce la navigazione turistica dello Stretto per vedere il Ponte dal mare, ma Franza lo gela:

“La gente non verrà per vedere il Ponte da sotto. Verrà per fare un’esperienza con tutto quello che viene costruito attorno”.

Francesco Cipolla

Francesco Cipolla, consigliere di maggioranza Basile, ha domandato:

“Perché le infrastrutture che servono a Messina e che ha citato non possono essere fatte prima della costruzione del Ponte? Io non sono né favorevole, né contrario. Il problema della devastazione ambientale? Ci saranno 10 milioni di metri cubi di scavi e disagi per almeno 10 anni. Inoltre, perché il turista non deve venire per ammirare le bellezze di Messina e deve venire per il Ponte? E pensiamo al fatto che ancora nella zona di Torre Faro non ci sono nemmeno le fognature”.

“Verranno per salire sul Ponte ma anche per vedere il panorama. – risponde Franza – A noi messinesi compete evitare che ci sia la devastazione ambientale. Torniamo alla questione del ‘come’. Come minimizziamo l’impatto per la Città? Le ferrovie investiranno con il Ponte perché i treni ci potranno passare. Gli investimenti per completare le infrastrutture come Messina-Catania e Messina-Palermo sono iniziati con il precedente momento in cui si voleva costruire il Ponte. Il benaltrismo, manca la fognatura in città, quindi non facciamo il Ponte, non ha mai portato a niente”.

Cosimo Oteri

Cosimo Oteri, consigliere di Forza Italia, ha posto l’accento, pur rappresentando di essere a favore del Ponte e di apprezzare le parole dell’ingegnere, sui “rischi che il personale può correre per la riduzione del personale”, ed ha chiesto che tipi di investimenti farà Caronte&Tourist, e se il cantiere potrebbe subire terremoti.

“Non mi piace la passività nei confronti dei disagi, ci saranno se lo permetteremo. – ha risposto con forza Franza – Il manufatto sarà un’opera snella, resisterà a scosse. I rischi occupazionali ci saranno, ci sarà un calo della navigazione sullo Stretto, ma noi stiamo già oggi ampliando ad altre rotte come la Croazia, l’Isola d’Elba… i nostri dipendenti sono marinai, faremo altre rotte. Già ne teniamo conto. La cosa non mi spaventa. Magari non navigheranno a Messina. Le navi nuove prevederanno anche l’uso dell’auto elettrica e la possibilità di caricarla sulla nave, per essere competitivi anche con il Ponte”.

Salvatore Papa

Salvatore Papa ha evidenziato, secondo il suo punto di vista, come Caronte non abbia competitor: “come privati potete fare molti più investimenti del pubblico, quindi c’è un monopolio di fatto, e siete piu attrezzati per il nuovo Porto”.

Ma l’ingegnere controbatte:

“Rfi ha due navi nuove e ibride, non aveva fatto così tante navi nuove da tempo. Bluferries avrà la quarta nave nuova. Siamo noi che abbiamo dovuto fare navi nuove per inseguire i competitor. Tutti ci prepariamo a Tremestieri dove ne serviranno di piu”.

Antonella Russo

Antonella Russo del Partito Democratico è la più critica nei confronti della grande opera: “è un Ponte ferroviario che non serve a Messina, Villa e Reggio, perché servirà a chi viene da fuori. Ci vorranno 100 miliardi per le altre opere, è difficile trovarli, non ci sono nemmeno privati che investono, sono stati tolti soldi a Sicilia e Calabria dal Fondo Sviluppo e Coesione”. Ed ha chiesto: “Quali tipi di lavoratori servono, sicuro che non saranno le imprese del nord ad avere i migliori riscontri economici e che i lavoratori non provengano dal Nord? Il Messinese che non ha già la capacità imprenditoriale del catanese, come si organizza se non ha la certezza che il Ponte verrà fatto?”

Ed ancora: “Il paragone col Niagara non regge perche è una bellezza naturalistica, più corretto paragonarla a quella naturale dello Stretto. Rfi potrebbe disinteressarsi al trasporto marittimo perché si occuperà del trasporto ferroviario”.

Infine ha chiesto “Quanti lavoratori saranno impiegati?” ed evidenziato il possibile rischio che “tante navi oltre i 70 m di altezza non potranno passare piu sullo Stretto, come quelle militari.”

“Il Ponte si farà perché è un’opera essenziale per l’Italia, non servirà direttamente ai messinesi che faranno prima ad andare a Villa con la nave, come ho detto. Per questo è il ‘come’ che conta, – ha ribadito Franza – non decidiamo noi il si o no, lo decidono a Roma o altrove. A noi tocca fare in modo che resti qualcosa a Messina. 100 miliardi sono cifre normali nel mondo delle infrastrutture. I Fondi Coesione? Si sono presi un miliardo e tre. Non è compito mio occuparmi di questo. Sul Niagara ci hanno costruito una torre con i ristoranti, per questo ne parlavo. In uno Stato intelligente non si può pensare che se ci sono problemi non ci sia un backup navale. Al massimo ci saranno rallentamenti dei treni nei momenti di difficolta del Ponte, non dei fuori servizio. Il problema dell’altezza non c’è, a noi messinesi non interessa. Dobbiamo guardare il nostro interesse. Le crociere faranno un altro giro o passeranno con una nave più piccola. Ma questo a noi non compete. I lavoratori non saranno tutti messinesi, ma mangeranno e vivranno qui”.

Margherita Milazzo della maggioranza ha paventato invece il rischio che come i No Tav, i no Ponte possano portare rallentamenti alla costruzione dell’opera con le loro proteste.

Giuseppe Villari della Lega, favorevole all’opera, chiede, con risposta affermativa dell’ingegnere se col Ponte “ci saranno i porticcioli turistici”.

Infine, rispondendo a Raimondo Mortelliti, il rappresentante di Caronte&Tourist ha chiarito “noi non abbiamo interesse a compartecipare alla gestione dell’opera, non ne abbiamo le competenze”.

Michele Bruno.

Un commento

  1. Alberto Maioli de Pazzi di Valguarnera 20 Gennaio 2024 9:47

    Ma perché parlare del NULLA?

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