Elezioni rettore, i voti sono per o di Moschella?

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Elezioni rettore, i voti sono per o di Moschella?

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sabato 25 Novembre 2023 - 16:06

L’improvviso appoggio del prof. Giovanni Moschella alla professoressa Giovanna Spatari ha spiazzato, forse solo in parte, la comunità accademica. Il prof. Moschella, vale la pena ricordarlo, è stato il prorettore vicario dell’allora rettore Salvatore Cuzzocrea sino a qualche mese fa, salvo poi dimettersi da tale incarico dopo l’ufficializzazione della candidatura della professoressa Spatari perché, a detta del docente, si era “incrinato il rapporto di fiducia” con il rettore. La candidatura del prof. Moschella era giunta poco dopo le burrascose dimissioni del prof. Salvatore Cuzzocrea per il caso rimborsi, ed era stata motivata dal fatto che l’ex protettore vicario si presentava come alternativa tra la professoressa Spatari, in continuità con la governance uscente, e il prof. Michele Limosani, che sin dalla scorsa estate si è presentato come candidato di rottura rispetto al rettorato di Cuzzocrea.

Il prof. Moschella, insomma, cercava di presentarsi come candidato che potesse cogliere quella parte di elettorato che non si riconosceva né nella professoressa Spatari, né nel prof. Limosani. È chiaro, pertanto, che il posizionamento così netto del prof. Moschella a favore della professoressa Spatari abbia sorpreso i più, quantomeno i meno attenti alle vicende politiche inerenti all’Università di Messina. Alcuni, infatti, davano quasi per scontato un tale epilogo. Il prof. Limosani, ad esempio, in un passaggio della sua riflessione pubblicata dopo l’ufficializzazione dell’endorsement del prof. Moschella alla professoressa Spatari, ha lasciato intendere che la candidatura del prof. Moschella sia stata sin dall’inizio un pretesto per drenare voti nei suoi confronti, con l’obiettivo di riversarli a tempo debito a favore della professoressa Spatari: “O, magari, […] le sue strategie [di Moschella, ndr], sin dall’inizio, prevedevano di cercare di drenare il consenso nei miei confronti, per poi arrivare a questo finale…”, ha affermato il prof. Limosani.

Però, al di là di quali siano state le effettive motivazioni che hanno spinto il prof. Moschella a scendere in campo nella competizione per l’elezione del futuro rettore, se genuine o meno, la domanda che sorge spontanea è: i voti sono per o di Moschella? Il cambio di preposizione non è solo questione di stile, ma ha anche un significato sostanziale, cruciale per capire quale sarà l’esito del ballottaggio di lunedì. Quei 125 voti ponderati che ha ottenuto il prof. Moschella al primo turno sono frutto di preferenze di coloro che ne sposavano i contenuti del programma, presentato inizialmente come alternativo rispetto a quelli degli altri due candidati, oppure sono da ricondurre ai cosiddetti “fedelissimi”, cioè persone che hanno votato il prof. Moschella perché è il prof. Moschella?

Ovviamente, è verosimile che una parte di questi voti sia da ricondurre alla prima categoria, mentre la rimanente parte alla seconda. Tra l’altro, lo stesso Sebastiano Caspanello, giornalista presso la Gazzetta del Sud di solito ben informato sulle dinamiche elettorali dentro l’Ateneo peloritano, ha spiegato in un suo articolo che, stando ad alcune indiscrezioni, l’accordo tra il prof. Moschella e la professoressa Spatari “non troverebbe consensi unanimi nel gruppo che ha sostenuto finora il prof. Moschella”. Non ci resta che aspettare lo spoglio di martedì per vedere come si concluderà la competizione per l’elezione del prossimo rettore dell’Università di Messina. Una cosa è certa: elezioni del rettore di questo tipo non se ne vedevano probabilmente da decenni, il risultato finale di tale gara è tutto fuorché scontato.

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