Interviene Todaro dopo le dimissioni di Cuzzocrea: “Andava ripristinata la trasparenza”

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Interviene Todaro dopo le dimissioni di Cuzzocrea: “Andava ripristinata la trasparenza”

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mercoledì 11 Ottobre 2023 - 07:00

“Legittimità, irreprensibilità, trasparenza, efficacia dell’agire amministrativo, rispetto della dignità umana e dei diritti dei lavoratori dovrebbero essere le parole d’ordine per chi amministra la cosa pubblica e lo dovrebbero essere anche e soprattutto per chi governa gli Atenei, ambiti di eccellenza in cui si formano i futuri professionisti, gli amministratori, i docenti, gli uomini e le donne di domani”. Il segretario di Gilda Unams Università nonché senatore accademico Paolo Todaro interviene dopo la tempesta rimborsi che ha portato nei giorni scorsi alle dimissioni dell’ormai ex rettore dell’Università di Messina Salvatore Cuzzocrea.

Todaro ha avuto un ruolo cruciale nelle vicende degli ultimi giorni, in quanto è stato lui ad aver inviato ai revisori dei conti e, per conoscenza, ai ministeri dell’Università e dell’Economia quella lettera in cui chiedeva chiarezza sull’entità dei rimborsi richiesti da Cuzzocrea, trasformando una vicenda che pareva circoscritta alla cronaca locale in un autentico caso nazionale, arrivando persino all’attenzione della ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.

“Mio malgrado e non senza patimento interiore, – dichiara Todaro – ritengo di aver fatto la cosa giusta nel non voltarmi dall’altra parte vedendo ciò che accadeva, chiedendo risposte prima e, in assenza delle stesse, trasmettendo gli atti alle autorità amministrative e giudiziarie dopo, per gli accertamenti necessari a verificare il rispetto delle regole e dei principi basilari di legalità.

“Ritengo di avere adempiuto a un mio preciso dovere in qualità di dipendente ma anche di rappresentante sindacale e da ultimo di senatore accademico, il più votato all’Università e al Policlinico, verso tutta la comunità universitaria messinese che da alcuni anni viveva un’autentica prevaricazione sia dal punto di vista dei diritti minimi sindacali, sia dal punto di vista amministrativo attraverso una gestione spesse volte autoritaria e autoreferenziale.

“L’Università di Messina è patrimonio di tutti, non solo degli studenti, dei docenti, dei dirigenti, dei medici e del personale tecnico amministrativo che ci lavora ma è una straordinaria risorsa per l’intera città, per tutta la provincia. La legge Gelmini sull’Autonomia Universitaria e lo stesso Statuto dell’Università, hanno dato un potere enorme al Rettore ma ciò non può significare che tale potere venga esercitato senza il rispetto delle norme poste a fondamento del vivere democratico e civile.

“Ma se è già intollerabile il potere assoluto concesso ai Rettori, non è consentibile che tale potere venga esercitato senza alcuna trasparenza come tristemente questa vicenda sta dimostrando. Quando poi all’interno della propria amministrazione non si attivano gli anticorpi contro ogni forma di potenziale illegalità, ben vengano queste reazioni catartiche che dovrebbero stimolare le coscienze di tutti per comprendere ove si è annidato l’errore. Ciò in quanto le responsabilità non sono mai attribuibili a una sola persona ma coinvolgono anche quella parte della comunità universitaria che, talvolta per interessi personali, ha finto di non vedere voltandosi dall’altra parte.

“Ora spetta agli organi inquirenti fare piena luce sui fatti esposti e sulle ripetute inchieste giornalistiche che di giorno in giorno assurgono alla cronaca danneggiando l’immagine dell’Università di Messina, respingendo al mittente le accuse di avere gettato fango ma piuttosto di avere scoperchiato un potenziale vaso di Pandora.  

“Ed auspico che le Procure della Repubblica di Messina e Catania, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, la Corte dei Conti, il Ministero dell’Università e della Ricerca, facciano piena luce su ciò che in questi 5 anni e mezzo, è stata la gestione dell’Università di Messina, al solo e nell’esclusivo interesse della cittadinanza, del corpo studentesco e di chi in questi anni ha lavorato con abnegazione e servito con spirito di servizio. L’Ateneo ha l’obbligo di voltare pagina ristabilendo regole democratiche di onestà e trasparenza in totale discontinuità con il più recente passato”.

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