Acqualadrone è per tutti quel luogo tranquillo e piacevole sul mar Tirreno, dove gli abitanti e i turisti vivono il tempo lontani dal caos del centro di Messina.
Ma questa tranquillità e la bellezza del suo paesaggio, tra un bellissimo mare e le vecchie casette tipiche del posto, rischiano di essere minacciate dall’incombenza del fenomeno dell’erosiome costiera e delle mareggiate, oltre che dall’abbandono da parte delle istituzioni e dalla fuga dei giovani e dei turisti.
Imperturbabilmente ed inesorabilmente il mare avanza sempre più e si prende ulteriori pezzi della costa della frazione del VI quartiere di Messina, senza che possa essere fermata.
Questo è ciò che ci spiegano gli abitanti del paese della zona nord venuti ad accoglierci, ed in particolare Nino Fornaro, uno degli storici abitanti di Acqualadrone, che vive adesso a Santa Teresa di Riva, ma che continua a prendersi cura della casa antica dei nonni, memore di quando questo era un paese di pescatori e di turismo (qui l’intervista a Fornaro).
Fornaro ha scoperto in anzianità l’amore per l’arte e per la pittura ed ha colorato e dipinto la storica abitazione con motivi che riprendono la storia, con il ritrovamento di un antico rostro romano, e le scene di vita tranquilla e il mare di Acqualadrone.
“Questo vuole essere un messaggio di rinascita e di bellezza per Aqualadrone, – ci spiega in un’intervista che ci ha rilasciato – un modo per attrarre l’attenzione verso questa comunità”.
Acqualadrone: un paradiso minacciato dalle mareggiate
Alcuni interventi per frenare il mare sono stati fatti, ma si tratta di barriere realizzate con massi sul mare e muri sul litorale, che però pare non stiano reggendo nel modo migliore alla pressione, tanto è vero che ci sono state già mareggiate che hanno colpito le abitazioni e che continuano a divorare la costa, e che i massi di protezione sembrano stati incrinati dalla forza dell’acqua.
Gli abitanti continuano ad avere il terrore di perdere le proprie cose e la vita a causa del loro stesso mare, come accade in molte zone sia della zona nord, che della zona sud (come a Galati Marina). Un problema, insomma, comune a tutti o quasi i villaggi della periferia di Messina, ma che si fa poco per fronteggiare o almeno non abbastanza.
Adesso arriva l’inverno, e c’è paura per le mareggiate che ci saranno.
Intanto i giovani, i turisti e i commercianti iniziano ad andare via, e molti vendono le attività e le loro case, perché il mare sta distruggendo ogni forma di turismo e di guadagno.
Acqualadrone rischia di spopolarsi e scomparire, di diventare un reperto archeologico a cielo aperto. È rimasta in piedi soltanto la bottega di una signora che vende alimentari e che è l’unico riferimento per tutti da quando ha chiuso anche il bar del fratello.
Spesso quindi per fare acquisti di necessità bisogna andare a Spartà o a Villafranca.
Ma non solo questo. Passando vicino ad una villetta vediamo perdite di acqua da una condotta che nessuno ripara da tempo. E ancora c’è un’unica strada che permette di arrivare al paese e per la stessa via bisogna lasciarlo, tornando necessariamente indietro. Non ci sono altri collegamenti. E spesso sulla via di fuga si verificano frane.
Gli abitanti del posto non chiedono la Luna, ma solo di non essere soli e di essere seguiti dalle istituzioni locali, ed interventi per la ricostruzione di una spiaggia, la posa di una barriera degna di questo nome e di un nuovo lungomare, perché il marciapiede attuale è molto stretto ed è difficile usufruirne.
Ma anche semplicemente che bambini, anziani e disabili possano tornare a vivere il mare e a fare il bagno senza rischiare, perché le stesse barriere sull’acqua impediscono l’accesso alla riva.
Tutti speriamo che un giorno Acqualadrone possa tornare ad essere quel luogo vivo e ambito di villeggiatura che in tanti hanno conosciuto in passato, tornando ad essere popolato e vissuto, come lo era qualche decennio fa.
Michele Bruno.
E che commenti ci dovrebbero essere…. la situazione è talmente chiara…