Giro di vite contro gli incivili: presto 60 nuove fototrappole

Michele Bruno

Giro di vite contro gli incivili: presto 60 nuove fototrappole

martedì 29 Agosto 2023 - 14:45

Sessanta nuove fototrappole per fermare chi butta rifiuti in strada. L’obiettivo è contrastare l’abbandono illecito di rifiuti sia nelle aree periferiche che in quelle centrali.

“Installeremo in via sperimentale sistemi moderni e altamente qualificati di videosorveglianza ambientale. Il nuovo sistema sarà in grado di inviare foto e video su server protetti e di essere attivo anche in visione notturna mediante led a infrarossi invisibili!” così ha esordito il sindaco Federico Basile.

“In questi anni abbiamo lavorato molto sulla prevenzione, ma non è bastato. L’Amministrazione comunale ha portato avanti azioni e provvedimenti che hanno prodotto ottimi risultati nel campo della raccolta differenziata. Messina non è una città sporca, ma ci sono alcuni incivili che producono micro-discariche abusive. Per combatterli serve anche la repressione” ha spiegato ed incalzato.

Alla conferenza di presentazione dei nuovi sistemi nella sala Falcone Borsellino a palazzo Zanca, erano presenti, assieme al sindaco , il direttore generale Salvo Puccio e l’assessore con delega alle Politiche Ambientali e Rapporti con MessinaServizi Bene Comune Francesco Caminiti.

All’incontro con i giornalisti hanno partecipato anche la presidente di MessinaServizi Bene Comune Mariagrazia Interdonato, il vicecomandante del Corpo di Polizia municipale Giovanni Giardina, il direttore di esecuzione delle attività Vincenzo Brunello e Massimiliano Nenni, amministratore unico della società di Vitruvio Tech srl, che si occupa di installazione e gestione di sistemi di videosorveglianza ambientale .

L’affidamento all’azienda di questo servizio, in fase sperimentale per 4 mesi, dal 1° settembre al 31 dicembre 2023, si è reso necessario per limitare i fenomeni di abbandono illecito di rifiuti sia in aree distanti dalla viabilità principale che in prossimità dei cestini stradali anche in aree centrali del comune di Messina.

Le fototrappole saranno azionate da un sensore passivo di movimento ad infrarossi (PIR) altamente sensibile, che si attiva al passaggio di persone o automezzi, dotate di Modulo GSM-4G per la comunicazione bidirezionale ad alta velocità e di un modulo GPS per la geolocalizzazione delle immagini e dei video. Sono state individuate circa 140 zone di Messina da monitorare. Il costo del progetto è di 64mila euro.

Le telecamere si aggiungono alle 74 già presenti sul territorio. Come spiegato dall’amministratore unico della società Massimiliano Nenni, il lavoro dell’azienda servirà a mappare il territorio, individuare i punti strategici, installare i dispositivi e spostarli periodicamente. Si occuperanno anche, nel rispetto della privacy, di visionare i filmati, in modo che gli agenti della Polizia Municipale avranno meno lavoro da svolgere e potranno ottimizzare i tempi.

Sarano stilati anche report di servizio utili alla Polizia Municipale, con l’elaborazione di resoconti mensili della gestione delle fototrappole contenente localizzazione, numero di rilevazioni e numero di infrazioni rilevate e sarà effettuata anche l’elaborazione di immagini e contenuti social per la diffusione presso la cittadinanza dei risultati della lotta all’abbandono dei rifiuti da parte dell’Amministrazione comunale.

Il progetto del Comune ha forma sperimentale e apre la strada al progetto, più complesso e incisivo, “ME@GIS” ideato dal Ministero dell’Interno. Quest’ultimo dovrebbe partire a dicembre 2023 e prevede l’installazione di 1000 telecamere, il ritorno degli ispettori ambientali e programmi specifici nelle scuole sui comportamenti ambientali. Nel frattempo, il Comune farà la sua parte.

“Rimuovere ogni micro-discarica abusiva costa molto e sottrae personale di Messina Servizi dall’attività di raccolta differenziata e spiazzamento. L’azione di un singolo può danneggiare la collettività. Siamo costretti ad intervenire per due-tre giorni, con cadenza settimanale, nelle varie zone di abbandono. A ciò si aggiunge anche l’attività di natura straordinaria”. Spiega Interdonato.

Ecco perché bisogna disincentivare queste pratiche illegali. “Non lo facciamo per fare cassa” chiarisce Caminiti.

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