Salvini torna a Messina dopo la conversione del decreto Ponte: “Possiamo vivere un nuovo boom economico”

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Salvini torna a Messina dopo la conversione del decreto Ponte: “Possiamo vivere un nuovo boom economico”

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martedì 06 Giugno 2023 - 12:39

Il ponte sullo Stretto come infrastruttura per rilanciare l’economia del Mezzogiorno. È quanto emerso durante “Il ponte per unire l’Italia”, incontro organizzato dalla Cisl e dalle Federazioni Filca e Fit che si è svolto questa mattina sulla nave Elio ormeggiata alla Rada San Francesco. All’iniziativa hanno partecipato numerosi relatori di spicco, sia sotto il profilo tecnico che politico. In quest’ultimo caso sono intervenuti, tra gli altri, i presidenti delle regioni Calabria e Sicilia, rispettivamente Roberto Occhiuto e Renato Schifani, e il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. Per Salvini è la prima volta che si reca a Messina da quando è stato convertito in legge il cosiddetto decreto Ponte, che prevede la realizzazione di un collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria.

Ad aprire i lavori è stato Enzo Pelle, segretario generale Filca Cisl che, dopo aver ripercorso brevemente la lunga e travagliata storia del ponte, segnata da studi di fattibilità e progetti mai realizzati, ha sottolineato quanto sia importante la formazione professionale per realizzare un’opera di qualità: “Riteniamo fondamentale la formazione professionale per garantire la qualità delle grandi opere. – ha dichiarato – Il ponte sospeso sullo Stretto di Messina sarà un gioiello di ingegneria, che supererà di quasi una volta e mezzo quello sullo Stretto dei Dardanelli in Turchia. Il ponte porterà decine di migliaia di posti di lavoro, sarà flessibile e dunque resistente alle raffiche di vento e a eventi sismici, e porterà a una riduzione del 94% delle emissioni di anidrite carbonica, grazie a una riduzione degli spostamenti via aereo”.

Sono poi intervenuti Sebastiano Cappuccio e Tonino Russo, segretari generali rispettivamente di USR Sicilia e USR Calabria: “Dibattere sul Ponte ci fa ben sperare che finalmente venga realizzato. – ha esordito Cappuccio – È un’opera che unisce la Sicilia al resto del continente, dando un impulso alla crescita economica del Sud. Inoltre, porterà al completamento dell’alta velocità, riallineandoci agli standard europei”. “E’ un’opera strategica, che pertanto va realizzata. – ha commentato Russo – Purtroppo viviamo in una realtà in cui tante opere vengono iniziate ma non completate. Il messaggio che voglio pertanto lanciare è che il Ponte va portato a termine, per porre il Mediterraneo al centro degli scambi”.

Vincenzo Franza, amministratore delegato di Caronte&Tourist che ha ospitato l’incontro sulla nave ammiraglia della compagnia, ha sottolineato quanto il ponte sia importante per dare anche uno slancio al turismo: “Caronte&Tourist è favorevole alla realizzazione di un collegamento stabile tra Sicilia e Calabria. Offrire la nostra nave ammiraglia per ospitare questo incontro è un segnale inequivocabile. Dobbiamo progettare sistemi inter-mobilità tra il ponte, dobbiamo programmare sistemi di collegamento complementare in caso di chiusura temporanea del Ponte e vanno completati i porti tra Villa e Tremestieri per assorbire l’aumento dei lavori senza traumatizzare i territori. Inoltre, non va sottovalutato l’aspetto turistico: il ponte deve essere visto come la torre Eiffel: come chi va a Parigi sale sulla torre Eiffel, chi va a Messina e Reggio dovrebbe poter salire sui piloni del Ponte”.

Si è tenuta poi una presentazione tecnica – curata dal responsabile dell’osservatorio “Audimob” di Isfort, Carlo Caminucci, e dal presidente della Commissione Mobilità e infrastrutture sostenibili dell’Ordine degli ingegneri di Milano, Salvatore Crapanzano – in cui sono stati illustrati i vantaggi del Ponte e le criticità da risolvere con la sua realizzazione: “Con i suoi 60 mila treni e 6 milioni di veicoli in transito in un anno, il Ponte produrrà direttamente e indirettamente decine di migliaia di posti di lavoro. Vanno però risolte alcune criticità legate alla mobilità: per integrare meglio le due aree dello Stretto, la mobilità tra Messina e Reggio Calabria va ulteriormente valorizzata. Nell’area dello Stretto si registrano tra le più basse quote modali, cioè le più basse percentuali di spostamenti a piedi, in bici o con i mezzi pubblici. La sfida del ponte è promuovere un diverso modello di mobilità dell’area dello Stretto, che sia più integrato, inclusivo e innovativo”.

Dopodiché è iniziata la tavola rotonda, alla quale hanno partecipato il vicepremier Matteo Salvini, i presidenti delle regioni Calabria e Sicilia, rispettivamente Roberto Occhiuto e Renato Schifani, l’amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato Luigi Ferraris e il segretario generale di FIT-CISL Salvatore Pellecchia.

“La lunghezza della linea ferroviaria di Sicilia ed Emilia Romagna, due regioni simili per superficie e numero abitanti, è simile. – ha dichiarato Pellecchia – Tuttavia, in Sicilia il binario unico, il senso unico alternato, è presente in misura decisamente maggiore rispetto che in Emilia Romagna. Pertanto, ben vengano investimenti nel Sud Italia. Se vogliamo risolvere davvero la questione Meridionale dobbiamo partire dalle infrastrutture e dai trasporti. Un tempo avevamo l’alibi dell’assenza di risorse. Oggi le risorse ci sono.”

“Il ponte si inserisce in un reticolo fatto di infrastrutture datate, che necessitano di investimenti. – ha esordito l’amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato – Da questo punto di vista il Paese ha un gap importante. Tra Sicilia e Calabria vanno realizzate delle opere coerenti affinché il ponte possa esprimere appieno il suo successo. L’adeguamento infrastrutturale, pertanto, è un punto cruciale per trasportare più merci e passeggeri. Se noi saremo in ritardo, i flussi andranno da tutt’altra parte”.

È stata poi la volta dei presidenti delle regioni di Sicilia e Calabria: “Se il paese continua a essere il paese dei no, non cresce. – ha dichiarato Schifani – La novazione del precedente contratto ci ha consentito di risparmiare almeno due anni per iniziare i lavori. Il più è stato fatto, grazie a una forte volontà politica che ci vede impegnati anche sull’alta velocità a Messina”. “Quella dei no al ponte è un’esigua minoranza. – ha esordito Occhiuto – Il Ponte è una grandissima occasione per frenare il depauperamento demografico, che è la principale causa del mancato sviluppo del Mezzogiorno. Non si può creare sviluppo senza i migliori calabresi e siciliani. Il ponte non porterà solo alla creazione di 10 mila posti di lavoro, ma anche al rilancio del Mediterraneo, che ricoprirà un ruolo sempre più centrale nell’economia europea. L’investimento del Ponte sarà cruciale anche per questo. Il ponte, tra l’altro, sarà un grande attrattore di infrastrutture, che porterà allo sviluppo delle strade e delle ferrovie del Sud. Più si discute di ponte, più l’alta velocità fino a Palermo diventa sostenibile, grazie al collegamento di un’area di 6 milioni di abitanti”.

A chiudere la tavola rotonda è stato il ministro Salvini, per il quale il Ponte porterà a un nuovo boom economico: “Il ponte è un’infrastruttura che creerà lavoro e speranza in terre che hanno fame di lavoro e speranza. Il ponte realizzato costerà meno della metà di quanto gli italiani hanno speso per il reddito di cittadinanza. Come sottolineato da Vincenzo Franza, il ponte avrà una grande attrattività turistica. Sarà anche un’opera green, in quanto porterà a una considerevole riduzione delle emissioni in aria e acqua di sostanze inquinanti. Fungerà inoltre da calamita per attrarre gli investimenti infrastrutturali a Messina e Reggio Calabria: entro il 2032 tutte le infrastrutture connesse al Ponte, porti in primis, saranno ultimate. Ci sono infatti imprenditori stranieri e fondi di investimento stranieri che non vedono l’ora di investire in quest’opera. Il ponte diventerà il simbolo degli italiani nel mondo. In questo quadro, l’Italia nei prossimi 4 anni avrà un’occasione straordinaria: possiamo vivere un nuovo boom economico, abbiamo fondi per realizzare investimenti che non arrivavano dalla fine del secondo dopoguerra”.

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