De Luca accusa, Cantello risponde

Michele Bruno

De Luca accusa, Cantello risponde

martedì 02 Maggio 2023 - 23:33

Cateno De Luca accusa, Cantello risponde. L’Ex Sindaco di Messina rischia di perdere la maggioranza in Consiglio comunale ed è pronto alla battaglia. E la sua arma migliore, come ai vecchi tempi, è la diretta Facebook. De Luca percepisce il tradimento, così lo definisce, di un gruppo di consiglieri che ritiene suoi e che gli avrebbero voltato la strada.

Per rispondere a loro, arringa e racconta la storia dell’accordo con la Lega e della vittoria di Federico Basile alle ultime amministrative.

Cateno De Luca accusa: la storia dell’accordo con la Lega.

De Luca e Nino Germanà

L’accordo con Prima l’Italia “non era un’operazione politica – spiega – tanto è vero che la Giunta che è stata espressa dal sindaco Basile era un monocolore di Sicilia vera e di Sud chiama Nord. L’operazione aveva solo una rilevanza locale. Ho incontrato in quella circostanza per ben due volte l’allora leader della Lega Matteo Salvini al quale ho solo garantito che l’operazione locale, comunque, avrebbe conseguito il risultato politico del superamento dello sbarramento del 5% della lista Prima l’Italia”.


E rincara: “Lo sanno tutti. Io ho inserito dei candidati proprio per mantenere questo impegno e lasciare fuori dalla Giunta comunale espressioni della Lega perché non volevo assolutamente operazioni politiche. quindi abbiamo chiuso l’accordo con il nostro amico Nino Germanà siglando un patto che era il seguente, molto semplice. A prescindere dalle dinamiche politiche regionali e nazionali. La mia apertura era riferita a Nino Germanà e basta. Già ero candidato alla Presidenza della Regione in modo autonomo e ho chiarito che non era mia intenzione modificare la mia posizione. Si va alle elezioni. Inserisco dei candidati all’interno della lista e Prima l’Italia supera lo sbarramento per 400 voti, tant’è vero che prende il 5,4%. All’interno di questa lista viene eletto per primo esattamente Mirko Cantello, inserito nella Lega da me, come per esempio è stato inserito in quella lista Lino Cucé”.

“Perché ho voluto fare questi nomi? – continua – non voglio tirare in ballo altri perché, prendendo già i voti conseguiti da questi due candidati, si vede chiaramente che la Lega a Messina non avrebbe eletto nessuno in consiglio comunale e non avrebbe quindi usufruito del collegamento alla candidatura a sindaco Di Federico Basile. Prima l’Italia esiste nel consiglio comunale in virtù di questo. È bene ricordarlo perché oggi, in base a quelle che sono le risultanze di queste elezioni, ci ritroviamo con due consiglieri comunali di Prima l’Italia che ancora formalmente fanno parte della maggioranza. Oggi avrebbero almeno dovuto avere la decenza di dire prima che non ne fanno più parte”.

“L’unica posizione politica che abbiamo riconosciuto a Prima l’Italia – chiarisce poi – era un posto in un consiglio di amministrazione per l’ex Presidente del Quartiere, – ndr Lino Cucé – perché allora nelle operazioni che abbiamo definito era rimasto sacrificato in questo ragionamento”.

Cateno De Luca accusa: il tradimento.

“I messinesi in particolare si pongono un interrogativo: cosa è cambiato nel rapporto con la Lega? Qual è il fatto amministrativo che può essere rimproverato al sindaco Federico Basile e alla sua Giunta per determinare un tradimento politico che oggi è certificato? Fino alla votazione di oggi nessuno di noi avrebbe mai potuto permettersi di dire che la Lega è un pugno di mercenari o di traditori. Oggi lo possiamo dire. Hanno tradito nel segreto di Pulcinella, perché qui le somme fanno il totale. Prendiamo atto che la Lega non fa più parte di questa maggioranza. Ve lo dico subito. Il buon Nino Germanà è stato pressato da Matteo Salvini a darmi una lezione perché la mia presa di posizione nei confronti del governo nazionale e nei confronti di chi gioca con le costruzioni Lego sulla questione Ponte ovviamente non è stata digerita dal buon Matteo Salvini. Quindi la vendetta è la motivazione, perché non c’è altro. Noi gli impegni li abbiamo mantenuti”.

Cateno De Luca accusa: la richiesta di un assessorato.

La maggioranza aveva 19 voti fino a stamattina, quando si doveva eleggere il nuovo Presidente del Consiglio Comunale (si legga qui). “Ne sono venuti a mancare quattro: due della Lega…” ricostruisce il leader di Sicilia Vera. Le altre due sono, secondo l’ex Sindaco di Messina, la consigliera Emilia Rotondo e la consigliera Giulia Restuccia.

E spiega così queste ulteriori defezioni: “Ci viene chiesto di dare un assessorato a un certo contesto e noi abbiamo detto no. Questo contesto ci avvisa che se non avessimo ceduto a questa richiesta avremmo perso la maggioranza in Consiglio comunale”.

Cantello risponde.

Mirko Cantello

Mirko Cantello però non ci sta. Il principale avversario di Nello Pergolizzi (candidato di De Luca e di Sicilia Vera) alla Presidenza del Consiglio Comunale risponde alle accuse di essere una cellula impazzita della macchina deluchiana.


“Abbiamo ascoltato le dichiarazioni dell’on.le De Luca che ci hanno lasciato profondamente sgomenti per il loro contenuto ma soprattutto per quello che ha voluto fare intendere agli elettori.


De Luca ha affermato di avere imposto la mia candidatura e quella di altri consiglieri nella lista Prima l’Italia che, sempre secondo la sua tesi, avrebbe superato lo sbarramento del 5% solo grazie all’apparentamento tecnico con le liste di Basile Sindaco.


Siamo molto lontani dal vero, perché la mia scelta di candidarmi nella lista Prima l’Italia è stata effettuata in totale autonomia e libertà ed anzi come precisa preferenza, non volendo io candidarmi nelle liste di Basile Sindaco.
A De Luca, che parla sempre di complotti, di ricatti politico mafiosi e di banda bassotti nel metodo di scelta delle candidature degli altri partiti, vorrei fare notare che se io fossi stato davvero candidato per sua volontà nelle liste di Prima l’Italia si sarebbe trattato proprio di quello stesso sistema contro il quale lui punta sempre il dito.


Della serie, predica bene e razzola male!


La verità è che, così come mi sono liberamente ed autonomamente candidato nelle liste di Prima l’Italia, allo stesso modo ne sono uscito spostandomi al Gruppo Misto.


Questa predica che De Luca sistematicamente ripropone, quando le cose non vanno come lui desidera, ha francamente stancato. Per quale motivo se un consigliere passa da un altro partito al gruppo Basile va bene (vedi D’Angelo e Buonocore) e se viceversa lascia il gruppo Basile per aderire ad altri gruppi è un traditore?


Basti ricordare che all’indomani delle elezioni, Basile disponeva di una maggioranza di ben 22 consiglieri su 32, ma trascorso meno di un anno questa maggioranza si è assottigliata a 15 (quanti sono stati i voti presi da Pergolizzi questa mattina).


Le ragioni di questa perdita di consenso non vanno ricercate in pretese vendette politiche o in malcontenti per incarichi di sottogoverno (assessorati e partecipate) che lui avrebbe negato. De Luca si è fatto eleggere Presidente del Consiglio Comunale di Messina e in 10 mesi ha presieduto meno di 10 volte il consiglio comunale. Circa due mesi fa aveva annunciato, dopo le modifiche al regolamento del Consiglio Comunale, che prima di dimettersi avrebbe “dato una mano al Sindaco” per la votazione del bilancio, che ancora non è stato presentato neppure in commissione.


Stamattina, dopo non essere riuscito a fare eleggere Pergolizzi alla presidenza, De Luca ha annunciato che non si dimetterà dalla carica di consigliere comunale di Messina ma domani accetterà comunque la candidatura a Sindaco di Taormina. Ma per quale ragione De Luca ci tiene così tanto a fare il consigliere comunale a Messina, visto che in consiglio comunale non si fa vedere quasi mai ed è già impegnato da mesi nella campagna elettorale per il Sindaco di Taormina?


Io penso che, prima di criticare i consiglieri che oggi hanno manifestato con il loro voto di non apprezzare questo modo di fare politica, De Luca dovrebbe dire una volta per tutte cosa vuole fare da grande, e se ci tiene così tanto a fare il Sindaco magari ci può anche spiegare perché ha abbandonato il Comune e la Città Metropolitana di Messina (di cui fa parte anche Taormina) dopo 3 anni di mandato quando aveva promesso che avrebbe amministrato per 10 anni.


A questo punto, la domanda è conseguenziale: chi ha tradito gli elettori e chi è che li sta prendendo in giro?”

Michele Bruno.

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