Danni provocati ai bus, tribunale dà ragione ad ATM e condanna il lavoratore

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Danni provocati ai bus, tribunale dà ragione ad ATM e condanna il lavoratore

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martedì 14 Marzo 2023 - 08:36

Si chiude in prima battuta la sentenza tra ATM e uno dei suoi lavoratori su chi debba risarcire i danni causati ai bus dell’azienda. Il Tribunale del Lavoro di Messina, con sentenza pubblicata lo scorso 8 marzo, ha condannato un dipendente di ATM al risarcimento dei danni procurati ad un autobus aziendale durante l’esecuzione di una manovra. Secondo la tesi di ATM, il risarcimento del danno subito, complessivamente pari a 4.186 euro, doveva essere a carico dell’operatore di esercizio in ragione della violazione da parte di quest’ultimo degli obblighi nell’adempimento della sua prestazione contrattuale da lavoro dipendente.

Il Tribunale del Lavoro ha dato ragione all’Azienda, ritenendo fondata la richiesta risarcitoria relativa non solo al rimborso delle spese sostenute per i ricambi e per la manodopera ma anche al danno da fermo. Il dipendente è stato anche condannato al rimborso sia delle spese e degli onorari di assistenza legale stragiudiziale che delle spese di giudizio. Adesso resta da vedere se il lavoratore farà ricorso o meno contro l’esito della sentenza.

“Per ATM si è trattato di un atto dovuto – dichiara il Presidente, Giuseppe Campagna – Atteso che è compito della Società mantenere integro il patrimonio aziendale e a fronte del danneggiamento subito, non si può che agire in questo modo, anche per evitare il danno erariale. Ricordiamo infatti che quanto in possesso di ATM è principalmente un bene pubblico e a disposizione dell’intera cittadinanza. La società ha già dato ampia disponibilità ai sindacati per sottoscrivere un accordo che incentivi l’uso di polizze assicurative che consentano di far pagare solo in minima parte il danno ai lavoratori.”

“Il Tribunale del lavoro di Messina, quindi, riafferma un principio pacifico che se un lavoratore per colpa, imperizia o mancanza di diligenza, arreca un danno ad un bene aziendale, ne è responsabile e dovrà risarcire il proprio datore di lavoro. Viene, pertanto, riaffermata la piena legittimità dell’operato di ATM SpA che, pur subendo fortissimi attacchi da parte dei sindacati sul punto, ha invertito la rotta rispetto al passato in cui nessuno era mai ritenuto responsabile dei danni arrecati al patrimonio aziendale.

“Al contempo, ATM, nell’assoluta consapevolezza del fatto che chi guida un bus nel traffico cittadino è esponenzialmente sottoposto al rischio di incidenti, rimane fermamente convinta della necessità di individuare un percorso condiviso con i lavoratori e le rappresentanze sindacali che, eventualmente facendo ricorso a forme di assicurazione, possa andare incontro all’esigenza dei lavoratori di limitare il più possibile il rischio risarcitorio”.

Sindacati: “Indigna annuncio di ATM, urge una commissione di inchiesta”. I sindacati non hanno preso bene la decisione di ATM di comunicare agli organi di stampa la sentenza in questione, rilanciando piuttosto la richiesta dell’istituzione di una Commissione comunale di inchiesta che faccia chiarezza sulle criticità presenti nell’azienda: “Indigna non poco il tono trionfalistico con cui ATM annuncia di aver vinto il contenzioso contro un lavoratore che per presunta imperizia avrebbe procurato danni a un bus. – si legge in una nota di Filt Cgil, Uiltrasporti, Faisa, Ugl, Orsa – Già il fatto di aver comunicato con soddisfazione la sentenza agli organi di stampa, dimostra il rapporto conflittuale con i lavoratori che ATM ha voluto istaurare dal primo momento. Senza entrare in merito alla sentenza che vedrà il ricorso dei lavoratori interessati, non possiamo evitare di stigmatizzare il cinismo della direzione aziendale che quantifica i danni ai bus in modo unilaterale, calcolando la manodopera a 45 euro l’ora, manodopera di dipendenti dell’officina che ad ATM costano poco più di 50 euro al giorno.

“Quando la direzione aziendale parla di “danno erariale” causato dagli autisti, dovrebbe quantificare anche il potenziale danno erariale procurato con il revamping dei Tram, che tornano a Messina riverniciati ma mantengono le vecchie anomalie elettromeccaniche e si fermano costantemente interrompendo il servizio pubblico, dopo l’investimento di circa sei milioni di soldi pubblici. Quando la direzione aziendale parla di “danno erariale” dovrebbe conteggiare le spese legali, pagate con i soldi dei cittadini, che ATM ha dovuto sborsare per aver mandato forzatamente in pensione alcuni lavoratori, poi riassunti con il rimborso degli arretrati per sentenza del tribunale del lavoro.

“Alla luce dei fatti riteniamo ormai indispensabile la commissione d’inchiesta annunciata da alcuni consiglieri comunali, nonostante le prove di dialogo con il sindacato l’atteggiamento dell’azienda nei confronti dei lavoratori resta dispotica e ritorsiva e senza l’intervento delle istituzione appare inevitabile la ripresa delle azioni di lotta sindacale”.

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