Compie 100 anni oggi la Merceria Isabel di Giovanni Lauro, attività storica di Via Palermo. Stamattina è stato organizzato un evento per festeggiare la ricorrenza, che ha coinciso con la consegna, da parte del Sindaco Federico Basile, di una targa commemorativa al titolare.

Presente anche Nicola Lauro, figlio di Giovanni e consigliere della IV Municipalità, oltre ad altri rappresentanti dell’istituzione territoriale, come il Presidente Matteo Grasso e la consigliera Debora Buda.

La targa rappresenta il modo con cui la Municipalità e la stessa Amministrazione comunale vogliono manifestare vicinanza ad un presidio storico di questa parte di Città, riconoscendone la longevità e l’importanza per il territorio. Un modello sicuramente per le attività che a Messina hanno chiuso e continuano a chiudere in questi anni di crisi economica, prima causa Pandemia, poi per via della Guerra in Ucraina e dei suoi riflessi sul tessuto sociale locale.

“Per me questa bottega è una vera e propria casa. Ho vissuto qui i miei anni di gioventù quando non avevamo un’altra abitazione. Un tempo in Via Palermo era così, casa e putìa, – Ci spiega Giovanni Lauro – la maggior parte dei negozi erano anche abitazioni e la Via ne era piena. Tra gli anni Sessanta/Settanta era la prima strada commerciale di Messina, oggi non è più così. L’attività fu fondata nel 1923 da mia nonna, Giuseppa Nicastro, che viveva a Caltagirone ed aveva fondato lì il negozio, prima di trasferirsi a Messina e portarlo qui”.

Ma qual è il segreto di tanti anni di vita per questa storica bottega del Centro Città?

“Tanti sacrifici. – risponde – Una parola che oggi si conosce poco. Chi fa impresa oggigiorno spesso lascia le cose al caso, non ha una strategia a lungo termine per sopravvivere e far vivere a lungo un’attività. Noi ci siamo rimboccati le maniche. Ma anche il fatto che siamo un punto di riferimento per tanti, abbiamo clienti non solo qui, dove ci conoscono tutti, ma anche per esempio a Ritiro o sul Viale Boccetta, insomma anche fuori dalla Via Palermo”.

La cerimonia si è conclusa con lo spumante, sperando che sia di buon auspicio per il futuro della merceria.

Tuttavia qualche timore per questo c’è:

“I nostri figli hanno tutti un lavoro e difficilmente potranno occuparsene in futuro. Si spera di lasciare ai nipoti tutto e poter tramandare la nostra esperienza alle prossime generazioni. Ma come si dice in questi casi, vedendo facendo. A tempo debito si deciderà”.

E sarebbe un peccato che questa lunghissima storia finisse ad un certo punto.

Michele Bruno.