Barriere architettoniche, Ferrante: “Città esige vivibilità per tutti”

Michele Bruno

Barriere architettoniche, Ferrante: “Città esige vivibilità per tutti”

mercoledì 14 Dicembre 2022 - 17:01

Il consigliere della IV Municipalità Domenico Gabriele Ferrante (M5S) ha dato notizia dell’esito di una seduta di Commissione avvenuta ieri riguardo a tematiche legate alla disabilità.

“Ieri la III Commissione della IV Municipalità si è occupata di pari opportunità e più nello specifico delle odiosissime barriere architettoniche. Su mia iniziativa, si è aperto un dialogo con Garante e Associazioni proprio sulle pari opportunità e sulla vivibilità della città per le persone con disabilità. Hanno preso parte alla seduta la dott.ssa Tiziana De Maria, Garante della persona con disabilità, e Placido Smedile, instancabile attivista, già consigliere della IV Muncipalità e responsabile del coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati cronici e rari. Due persone eccezionali che hanno rivestito e stanno rivestendo un ruolo fondamentale nel loro campo di azione”.

Ha spiegato il consigliere pentastellato.

“Consapevoli di questo dato allarmante, abbiamo fatto il punto sulle azioni da intraprendere per poter contribuire fattivamente per una svolta concreta su questo fronte. Si è parlato di PEBA (piano di eliminazione delle barriere architettoniche), ma non solo. Il contributo della IV Municipalità non mancherà. L’incontro è avvenuto nella Sala Ovale di Palazzo Zanca, dato che i locali di Via dei Mille, sede della IV Municipalità, oltre a essere vetusti, logori e privi dei minimi requisiti di sicurezza, non sono pienamente accessibili e inclusivi. Siamo all’anno zero, purtroppo, ma da qualche parte si dovrà pur iniziare”.

Abbiamo chiesto a Ferrante se l’amministrazione De Luca, di cui l’attuale prende il testimone, abbia fatto abbastanza in merito:

“È stato fatto ben poco, – ha incalzato – a parte i soliti interventi spot. Lo Stato e la Regione Siciliana mettono a disposizione di Comuni e privati molteplici linee di finanziamento sul fronte dell’abbattimento delle barriere architettoniche, si pensi ai ben noti Piani di Eliminazione Barriere Architettoniche (PEBA, istituiti negli anni ’80!), ma non esiste traccia di adesione del Comune di Messina, nonostante la recente nota dirigenziale della Regione Siciliana che, dopo aver rimpinguato il fondo nelle passate Leggi di Bilancio, ha impartito (ulteriori) disposizioni affinché i Comuni dell’Isola redigessero un piano di fabbisogno complessivo comunale per arrivare a dotarsi finalmente di un Piano serio di eliminazione delle barriere architettoniche, ma a differenza di altri Comuni decisamente più virtuosi sul tema, come ad esempio Palermo, non c’è traccia di tale volontà nell’apparato politico amministrativo messinese, nonostante le richieste arrivate anche dalla IV Municipalità nella scorsa Consiliatura (2019!) e i richiami della Garante per la Persona con disabilità”.

L’Amministrazione Basile sembra voler intervenire, ma abbiamo chiesto se questi interventi bastino secondo il portavoce pentastellato:

“Adesso, tramite fondi pon-metro, stanno progettando sei interventi in sei diverse zone della Città, ma faccio sommessamente notare che le persone con disabilità potrebbero voler vivere anche fuori da queste sei zone. La IV Municipalità, crocevia giornaliero della maggior parte dei cittadini messinesi e turisti, può avere un ruolo fondamentale per impegnare l’Amministrazione a uscire da un odioso stallo che dura da oltre 30 anni”.

Ed ha voluto rilasciare a noi una ulteriore riflessione, che indica le priorità entro le quali dovrebbe muoversi a suo avviso l’azione amministrativa in merito alla questione:

“Insisto sul fatto che per applicare il PEBA è necessario uno studio attento per approfondire le esigenze specifiche della città. Quando si usano le parole vivibilità ed accessibilità si dovrebbe dare ad esse un significato inequivocabile, a partire dal coinvolgere ed ascoltare direttamente i portatori di interesse, dando loro la parola in prima persona. Inutile dare carta bianca ai dipartimenti comunali di fare progetti ed agire senza questo necessario passaggio. E questo si evince chiaramente da questi 6 progetti, che escludono una importante fetta del territorio comunale, creando cittadini di serie A e B in base alle disponibilità dei fondi pon-metro, mentre il procedimento deve essere opposto: redigiamo una mappatura dei bisogni per poi esigere i fondi necessari a garantire un’accessibilità totale, per tutti”.

Michele Bruno.

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