Amministrative, Boccia e Serracchiani inaugurano la campagna di De Domenico

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Amministrative, Boccia e Serracchiani inaugurano la campagna di De Domenico

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sabato 07 Maggio 2022 - 06:10

Entra nel vivo la campagna elettorale del candidato del centro sinistra Franco De Domenico. Ieri pomeriggio, infatti, si è tenuto in un gremito cinema Lux l’inaugurazione della campagna elettorale di De Domenico, alla presenza di esponenti dem di rilievo nazionale e regionale, e in particolare Debora Serracchiani, capogruppo Pd della Camera, Francesco Boccia, ex ministro per gli affari regionali e le autonomie nel Governo Conte II, e Anthony Barbagallo, segretario regionale.

“Messina ha bisogno di risposte. Non avete bisogno di un sindaco che vi faccia divertire ma che sappia amministrare. – ha dichiarato Serracchiani riferendosi alla precedente amministrazione – Il prossimo governatore avrà risorse ma dovrà andare a prendersele. Tirare fuori i progetti e andare a prendere le risorse. Alla fine dei cinque anni di Franco questa città non sarà più al 98esimo posto per la qualità della vita”.

“Questi sono gli anni del riscatto – ha affermato Boccia – ci saranno i fondi del piano di ripresa e resilienza, c’è bisogno di aumentare la qualità della vita a Messina, di sviluppo e siamo intenzionati ad accompagnare questo sviluppo e per questo abbiamo candidato Franco De Domenico”.

“Voglio iniziare da due aneddoti. – ha esordito De Domenico – Un candidato di un altro schieramento, per perorare la causa del loro aspirante sindaco, chiama un amico comune e gli dice: schierati con noi, siamo forti perché abbiamo i voti di tizio. Io vi dico noi siamo forti perché abbiamo le idee e gambe forti su cui farle viaggiare, le gambe della coalizione che mi onoro di rappresentare, composta da partiti e movimenti, ma soprattutto da valori comuni. Qualche settimana fa, poi, una persona viene a trovarmi per proporre la sua candidatura nelle liste per il Consiglio comunale. A un certo punto, mi chiede: da voi quanto si paga? Perché da altre parti c’è un tariffario… Ebbene, anche da noi c’è qualcosa da pagare, ma in termini di idee e impegno per la città. Vogliamo gente che abbia qualcosa da dire e non soldi da dare.

“Vi ho voluto raccontare questi due episodi, per farvi comprendere quanto siamo diversi, quanto la nostra proposta sia differente. C’è chi pensa che i candidati debbano essere semplicemente forti per essere quelli giusti, noi riteniamo che i candidati – a partire da chi, come me, vuole essere il sindaco di questa città – debbano essere innanzitutto giusti per essere quelli forti: giusti rispetto a un principio che è quello della politica di servizio, di una politica al servizio di Messina e dei messinesi e non certo dei propri interessi personali o delle future aspirazioni politico-elettorali.

“Non vi nascondo che in queste prime fasi della campagna elettorale sono stato colpito da un aspetto. Sia io che i nostri candidati abbiamo ricevuto insulti, abbiamo letto sui social commenti di una violenza assoluta, che ignorano la nostra storia, le nostre qualità, la nostra dimensione morale. Il nome come bersaglio, senza scrupoli, senza l’intenzione di confrontarsi realmente con i programmi.

“Non è questa la Messina che conosciamo, non è questa la visione di città che abbiamo. Noi siamo diversi anche in questa prospettiva. Vi dico subito, però, che da sindaco sarò innanzitutto il primo rappresentante proprio di queste persone, così come dei villaggi che si sentono abbandonati e chiedono la scissione o delle periferie che appaiono rassegnate a rimanere estranee a uno sviluppo che non le tiene in considerazione. Questo vuol dire essere il sindaco di tutti, un sindaco tra la gente e per la gente. Perché, voglio affermarlo a chiare lettere, la base per la rinascita di questa città, per quello sviluppo economico che crea occupazione, per attrarre risorse, non può che essere la coesione. Non possiamo accettare una città che ricorda curve calcistiche di fedi contrapposte: siamo messinesi, lo possiamo rivendicare con orgoglio, e da messinesi tutti insieme dobbiamo spenderci per un vero e proprio rinascimento.

“Io in questa città sono nato e cresciuto. Ho iniziato a lavorare, ragazzo, per pagarmi gli studi. Ho raccolto i miei successi, ho vissuto stagioni ed esperienze stimolanti, sotto il profilo professionale e politico, come quella di Direttore Generale dell’Università di Messina e di deputato regionale. In questa città sono diventato professore universitario e per questa città ho sempre speso le mie competenze, rifiutando di andare altrove, dove magari avrei avuto occasioni di guadagno maggiori. Mi sento messinese nell’anima e questo è lo spirito con cui voglio entrare a Palazzo Zanca. Avevo appuntato una serie di concetti, ma adesso la carica e il calore che mi trasmettete sono talmente forti che penso sia meglio fare parlare il cuore…

La visione di De Domenico.La mia visione di città prevede una città che recuperi il suo mare. Paradossalmente siamo una città di mare, ma a mare andiamo solo in vacanza. Ciò significa che in questo settore si può fare impresa solo stagionale e, conseguentemente, i posti di lavoro che offre sono legati al precariato. Aiutando questi imprenditori, creando loro le condizioni ad esempio per tenere aperti tutto l’anno lidi e locali, invertiremo questa tendenza.

Una città che riparta dalla zona falcata e dal waterfront. Abbiamo visto tanti casi, penso ad esempio a Salerno, di economie locali sviluppatesi attorno a un lungomare. Quale altra città ha gli spazi e gli affacci a mare di cui può godere Messina? Li riconquisteremo e li faremo rientrare in un unico progetto, nel quale inserire il grande acquario della Falce, le aree della Fiera, e così via.

Una città che sia attrattiva, che riesca a catalizzare investimenti, creando le condizioni – in primo luogo amministrative – perché gli imprenditori possano investire qui e generare lavoro. Pensate quanti margini di crescita, ad esempio, ha la cantieristica. Faremo di tutto per portare in città questi soldi, per creare un ponte tra le professionalità della nostra gente e la domanda di chi vuole investire. Una città che sappia capitalizzare il turismo. Aiuteremo i nostri giovani a fare nascere imprese che possano finalmente fornire ai tanti croceristi un sistema di servizi e non semplicemente un prodotto frammentato e occasionale. Il Comune dovrà porre in essere le condizioni perché ciò avvenga, perché i nostri giovani ad esempio possano avere accesso al credito e spazi adeguati. Creeremo un ufficio che funga da riferimento per il turismo congressuale

Una città che abbia una qualità della vita che rientri negli standard europei. Ho promesso di piantare 100 alberi nei primi trenta giorni del mio mandato: un punto di partenza per dare a Messina un volto diverso, una dimensione in cui la pulizia non deve essere straordinarietà, ma normalità. Una riorganizzazione dei servizi comunali è il primo passo, che potrà fare cambiare marcia in molti settori.

“Ma qualità della vita è anche isole pedonali: dobbiamo uscire da un’empasse che si trascina da troppo tempo, dobbiamo prendere coscienza di come tutte le realtà urbane abbiano ormai un’area pedonale che diventa il baricentro della vita sociale. Non dobbiamo avere paura del cambiamento. Una città che completi il percorso di sbaraccamento e di risanamento delle aree liberate. Dare case a chi vive in baracca, ma anche evitare di creare altri quartieri ghetto, grazie a una visione complessiva che porti alla realizzazione di impianti sportivi, spazi di aggregazione, nelle zone sbaraccate e in quelle dei nuovi insediamenti.

“Una città digitale, in cui la rete internet sia il più possibile pubblica e possa garantire nuovi servizi, come quelli legati a una pubblica amministrazione smart. Una pubblica amministrazione in grado di dialogare con i cittadini non soltanto negli uffici, ma anche attraverso gli spazi del web.

Una città che sia realmente metropolitana, riuscendo a fare sistema con tutti i centri della provincia. Come fare? Il primo ingrediente si chiama PNRR. Il secondo ingrediente è la credibilità dell’istituzione Comune nei confronti di tutte le altre istituzioni. Il terzo – ma non certo per ordine di importanza – ingrediente si chiama cultura della legalità. E, infine, l’elemento essenziale per amalgamare tutto: la coesione, l’inclusione, la lotta a qualsiasi forma di diseguaglianza.

“Per chiudere mi viene in mente una frase di Yoda, il saggio di Guerre Stellari, che voglio dedicare ai tanti ragazzi oggi presenti e sempre al mio fianco in questa avventura: Provare no! Fare, o non fare! Non c’è provare e noi siamo qui per fare, per fare tornare a risplendere Messina, non per provare!”.

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