Sindrome di Rett, tre docenti Unime con Airett progettano il primo software per la teleriabilitazione

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Sindrome di Rett, tre docenti Unime con Airett progettano il primo software per la teleriabilitazione

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lunedì 20 Dicembre 2021 - 11:06

Tre docenti dell’Università di Messina, assieme all’Associazione italiana Rett (Airett), progetteranno il primo software per la teleriabilitazione nella sindrome di Rett, un raro disturbo del neurosviluppo che colpisce quasi esclusivamente le bambine. Ciò verrà realizzato nell’ambito del progetto “Teleriabilitazione, consulenza e formazione nella Sindrome di Rett” (TCTRS), che nasce appunto dalla sinergia di Airett e dell’Ateneo peloritano; il progetto ha potuto concretizzarsi grazie al contributo di Rotary International, insieme a Rotary Distretto 2060 e Club di Asolo e Pedemontana del Grappa. L’obiettivo del progetto è quello di mitigare le difficoltà delle bambine e delle loro famiglie, che spesso sono costrette a spostamenti faticosi e costosi per raggiungere i centri di eccellenza per la Sindrome di Rett.

Airett da diversi anni promuove progetti di ricerca, pratiche riabilitative per persone RTT e programmi educativi specifici per i caregiver. Negli ultimi anni, ha realizzato diversi progetti finalizzati allo studio e all’applicazione delle nuove tecnologie e tecniche riabilitative al potenziamento fisico e cognitivo dei pazienti affetti dalla sindrome di Rett.

Il progetto TCTRS, realizzato da Airett in collaborazione con l’Università di Messina, vede la sintesi di competenze multidisciplinari, ed è un passo avanti in questa direzione. Infatti, si avvale delle competenze maturate in anni di ricerche sulla Sindrome dalla professoressa Rosa Angela Fabio e di quelle dei professori Giancarlo Iannizzotto e Andrea Nucita dell’Università di Messina, che hanno consentito l’implementazione di un sistema in grado di coniugare intelligenza artificiale, dati clinici e pratiche riabilitative per la realizzazione di uno strumento specifico per i soggetti con Sindrome di Rett. L’obiettivo principale del progetto è avvicinare ciò che è lontano, fornendo ai pazienti l’accesso a personale qualificato e specialisti, sfruttando le possibilità offerte dalle nuove tecnologie.

Il progetto nasce nel 2019, prima della pandemia, ma è proprio durante il periodo pandemico che si rende ancora più evidente la necessità di strumenti di videoconferenza, teledidattica e telemedicina. Grazie all’esperienza maturata nell’ambito del progetto ed agli strumenti acquisiti, è stato possibile rispondere in modo rapido all’assenza di attività per le bambine con Sindrome di Rett, attraverso la Scuola Interattiva. Tale attività a distanza ha fornito una risposta efficace nel periodo del lockdown, in cui le bambine non avevano alcuna possibilità di accedere agli istituti scolastici o ai centri riabilitativi.

Oggi il progetto mette a disposizione uno strumento innovativo e specificamente progettato per i soggetti con Sindrome di Rett, che aiuterà centinaia di famiglie su tutto il territorio nazionale, ad accedere alle terapie di specialisti, che spesso si trovano a centinaia di chilometri di distanza.

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