Vaccini, la replica del prof. Dugo: “Rammaricato per la presa di posizione del Rettore”

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Vaccini, la replica del prof. Dugo: “Rammaricato per la presa di posizione del Rettore”

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domenica 01 Agosto 2021 - 08:24

Riportiamo qui di seguito la replica all’anonimo studente e al rettore Salvatore Cuzzocrea del professor Giacomo Dugo, ex docente area medica dell’Università di Messina finito recentemente nell’occhio del ciclone per alcune sue posizioni controverse in materie di vaccini.

Magnifico Rettore,
oltre quaranta anni di esperienza come ricercatore e come docente dell’Università di Messina ritengo mi abbiano insegnato – sì, perché un buon docente è colui il quale non smette mai di imparare – a mostrare indulgenza nei confronti delle voci critiche che si levano dalla componente studentesca e a saper distinguere una burla di gusto discutibile dalla fondata denuncia di un disagio, vero o percepito che sia. Ragione per cui la mia prima reazione alla lettera di denuncia dello studente che riguardava la mia persona, è stata il compiacimento per il fatto che un allievo di medicina potesse disporre di tempo da sottrarre agli impegnativi studi, al meritato riposo e al diletto, dedicandolo alla incursione nei profili social aperti altrui, con tutta evidenza a caccia di eresie. Già mi immaginavo il turbamento del malcapitato mentre armato di matita rossa e blu per correggere grammatica e ortografia di un testo scritto di istinto, seguendo il filo del proprio pensiero, apprendeva dell’esistenza di qualcuno che, come il sottoscritto, oltre a fregiarsi di avere onorato e servito per anni con dedizione l’Università di Messina, è sempre stato e continua ad essere portatore sano di pensiero libero, in un momento storico nel quale dissentire dal verbo imposto mediaticamente sembra essere un reato. Se solo l’avesse desiderato, lo studente in questione avrebbe potuto agevolmente confrontarsi con il sottoscritto adoperando lo stesso social attraverso il quale ha avuto accesso al post: d’altro canto i social sono per l’appunto una sorta di piazza mediatica nella quale scambiarsi anche in maniera accesa idee e finanche epiteti, ma ho il timore che sia proprio la capacità di confrontarsi dialetticamente quello che tutto sommato difetta in alcuni esponenti delle nuove generazioni, cosa della quale, da docente universitario che sono stato, mi assumo la mia parte istituzionale di colpe. Sarei finanche arrivato a comprendere lo stato d’animo di chi rifuggendo il confronto con il sottoscritto, ne segnala il pensiero all’attenzione dell’autorità, nella Sua persona Magnifico Rettore, affinché Ella intervenga per prenderne le distanze, per stigmatizzare, per censurare. Avrei solidarizzato con lo studente, dicevo e non si tratta di un errore da segnalare con la matita rossa, l’avrei fatto se solo costui o costei avesse usato il garbo di appalesarsi, presentandosi col proprio nome e cognome. Il che mi conduce alla seconda parte del ragionamento che avevo posto in premessa di questa mia, nel senso che il richiamo al decoro dell’istituzione universitaria, il timore per i rischi di salute pubblica, l’indignazione per il presunto mancato rispetto nei confronti della scienza manifestati per il tramite della anonima missiva, potrebbero disvelare una burla, se non una vera e propria imboscata ai danni di chi, ormai esterno alla comunità accademica, non sarebbe stato più nelle condizioni di difendere se stesso, in altre parole una operazione indegna di ricevere risposta da parte di chi siede al vertice dell’Ateneo messinese. Avendo appreso a mezzo stampa che invece una risposta da parte Sua c’è stata, non posso che esprimere rammarico per il fatto che nello specifico la S.V. non limitandoSi a riferire il proprio rispettabile punto di vista sulla questione in oggetto e a chiarire il mio stato di quiescenza, fatto che da solo avrebbe dovuto essere sufficiente a tranquillizzare l’anonimo e a questo punto ipotetico studente autore della missiva, abbia ritenuto di spingersi oltre, qualificando come fesserie il contenuto delle mie affermazioni. Stando così le cose, come cittadino che ha il diritto di esprimere la propria opinione, specie in relazione a questioni estremamente controverse quali quelle chiamate in causa dall’autore della missiva, che, in nome di una scienza della quale evidentemente si ritiene il vate, qualifica come antiscientifiche le affermazioni di chi come me la scienza l’ha servita umilmente per quaranta anni da ricercatore, come testimoniato dalla mole di progetti di ricerca e pubblicazioni scientifiche prodotte nel corso degli anni; come docente che è stato in grado di dotare l’Università di Messina di laboratori attrezzati e strumentazione che hanno consentito di contribuire alla formazione e alla carriera di innumerevoli colleghi e giovani ancora in servizio; come attivista di una forza politica che mantiene una posizione laica sulla questione vaccinale, in un confronto acceso che valica il mondo accademico, La informo che ho dato mandato ai miei legali di fare accertamenti sull’identità dell’autore della missiva e di verificare la posizione di chiunque abbia espresso apprezzamenti lesivi della mia dignità, diffondendone il contenuto a mezzo stampa.
Giacomo Dugo

P.S.
Quello che mi sarei aspettato, da un ambiente attento come quello accademico, al più sarebbe stata una accusa di plagio, posto che le mie considerazioni in merito ai vaccini anticovid non sono dissimili da quelle più volte espresse dal premio Nobel Luc Montagnier, secondo il quale: “ancora non possiamo sapere quali saranno le conseguenze sull’organismo umano tra qualche anno, essendo stato di fatto ‘miniaturizzato’ il tempo di sperimentazione dei vaccini per ottenere un siero il più velocemente possibile. Rischiamo di avere effetti assolutamente imprevedibili, ad esempio tumori che continuano a proliferare. Questo è il pericolo quando si gioca all’apprendista stregone”. Non so se la M.V. riterrà opportuno riservare al prof. Montagnier lo stesso trattamento che ha voluto riservare a me, ad ogni modo mi riterrei soddisfatto se la spiacevole questione che mi ha riguardato divenisse spunto di dibattito per la comunità accademica, che qui come altrove incredibilmente tace mentre tutto ciò che eravamo stati abituati a considerare come un diritto: dalla libertà di espressione al diritto alla mobilità, al lavoro, alla salute, sembra ci stia crollando addosso.

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