“L’ultimo romito”: domani la presentazione alla chiesa di Santa Maria Alemanna

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“L’ultimo romito”: domani la presentazione alla chiesa di Santa Maria Alemanna

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mercoledì 09 Giugno 2021 - 11:17

Sarà presentato alle 18 e 30 di domani, giovedì 10 giugno, alla chiesa di Santa Maria Alemanna di Messina, “L’ultimo romito” (Lithos Edizioni), libro scritto a sei mani da Diego Celi, Enzo Basso e Pino Privitera sulla storia del monaco ortodosso padre Alessio Mandanikiotis.

Gli autori si soffermano sulla sparizione di ogni residuo di quella che un tempo era la Cristianità intesa come fatto pubblico, cioè come connessione tra istituzioni religiose e istituzioni politiche che per secoli ha caratterizzato tutti i regimi europei, sul modello dell’Impero Romano.

La sinossi dell’opera. Padre Alessio, come tutti lo chiamano, è un prete monaco ortodosso. Un uomo di fede e di profonda cultura, e come tutti gli uomini ha un vissuto e una storia. Vive in un eremo di un territorio, che vide un tempo la straordinaria fioritura della ascesi monastica italo-greca: l’eremo della Candelora. Traduce il racconto in fascinazione, officia insieme storia e fede; vi è nella sua parola epica ed estetica, che vengono dosate e donate con semplicità e chiarezza agli astanti. Né muta copione quando il consenso diventa dissenso. Padre Alessio Mandanikiotis è un vero jeromonaco, ma anche un intellettuale: alla sublimazione espressiva e al talento oratorio aggiunge l’ironia propria di chi possiede una profonda cultura. Non vi è in questa recitazione la maschera comica o tragica dell’attore, solo una convinta e pervicace testimonianza di un mondo di cui è epigono e apostolo.

A ciò si aggiunga l’indicibile carisma che accompagna chi naviga sull’onda della nostalgia, e sa evocare amori proibiti e storie rimosse, facendo leva sul fascino allusivo del rimpianto e dell’eroico andare contro la corrente del tempo. Lo scritto non vuole essere una apologia del monaco. Celi, Basso e Privitera raccontano questa storia consapevoli di trattare un tema fascinoso ma non mediatico, da laici. Essi, tuttavia, vogliono suscitare una riflessione su una ferita sempre aperta che colpevolmente non vuole essere sanata: l’ecumenismo incompiuto.

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