Maltrattamenti in famiglia, tre storie di violenze dalla provincia

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Maltrattamenti in famiglia, tre storie di violenze dalla provincia

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lunedì 07 Giugno 2021 - 19:26

I carabinieri di Falcone hanno dato esecuzione a tre distinte ordinanze di applicazione di misura cautelare per maltrattamenti in famiglia ed atti di persecuzione, nei confronti di tre soggetti residenti nella provincia tirrenica.

I provvedimenti restrittivi sono stati richiesti dai sostituti procuratori, Antonietta Ardizzone e Alessandro Lia della Procura di Patti guidata da Angelo Vittorio Cavallo.

La prima vicenda si riferisce a maltrattamenti in famiglia commessi da un 50enne originario di Falcone che era già sottoposto ai domiciliari presso l’abitazione di famiglia, nelle cui mura domestiche sono avvenute vessazioni in danno dei congiunti, in particolare ingiurie, minacce ed umiliazioni nei confronti della moglie. L’uomo è stato rinchiuso nel carcere di Barcellona a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

Nel corso dell’esecuzione del provvedimento restrittivo, i militari hanno proceduto alla denuncia dell’arrestato per furto di energia elettrica in quanto veniva riscontrata la presenza di un allaccio abusivo alla rete elettrica.

La seconda vicenda riguarda invece la difficile convivenza tra due fratelli, un uomo e una donna di Falcone. La donna, unitamente al compagno, è stata assoggettata a ripetuti maltrattamenti da parte del fratello, il quale, serbando acredine nei confronti dei due conviventi, ha compiuto plurimi atti di molestie, ingiurie, minacce di morte, vessazioni e provocazioni.

La conseguente attività investigativa ha permesso di richiedere e ottenere dall’Ufficio del Gip presso il Tribunale di Patti l’applicazione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’uomo. Dopo le formalità di rito, il 48enne è stato trasferito in carcere, sempre a Barcellona.

La terza misura cautelare è stata emessa a carico di 38enne originario di Oliveri. sottoposto alla misura cautelare personale del divieto di avvicinamento all’ex convivente. I fatti che avevano determinato la prima misura, meno afflittiva, hanno avuto origine dalla separazione tra i due, non accettata dall’uomo che, per vendetta, aveva concretizzato reiterate condotte moleste, minacce, insulti che hanno indotto la donna a mutare le proprie abitudini di vita anche a causa del controllo esercitato dall’uomo sugli spostamenti della stessa. La donna ha trovato il coraggio di denunciare i fatti ai militari dell’Arma, le cui indagini hanno permesso al Giudice per le Indagini preliminari di emettere ordinanza di aggravamento della misura degli arresti domiciliari.

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