Appalti truccati a Falcone: indagato il sindaco Paratore

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Appalti truccati a Falcone: indagato il sindaco Paratore

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giovedì 13 Maggio 2021 - 11:55

Tempesta giudiziaria sul comune di Falcone. Il sindaco Carmelo Paratore, infatti, è stato raggiunto dalla misura cautelare del divieto di dimora nel comune da lui amministrato, nonché della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio di Responsabile dell’Area Tecnica per la durata di un anno. Il sindaco, infatti, è accusato di aver truccato gli appalti del comune di Falcone. In particolare, il reato contestato al primo cittadino è quello di turbata libertà degli incanti (art. 353 codice penale). Del medesimo reato è accusata una funzionaria comunale, nei confronti della quale è stata disposta la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio di Responsabile dell’Area Economica e Finanziaria, sempre per la durata di un anno.

Nel corso dell’indagine, denominata “Movie Direction”, diretta dal sostituto procuratore della Repubblica di Patti, Andrea Apollonio, e coordinata dal procuratore capo Angelo Cavallo, i carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto, unitamente ai militari della Stazione di Falcone, hanno accertato l’esistenza di un complesso meccanismo di turbative d’asta, in cui il sindaco Paratore, con la complicità di una funzionaria comunale, avrebbe favorito alcune ditte e professionisti a lui più vicini, ai quali erano stati affidati i lavori per il ripascimento del tratto costiero antistante l’abitato del comune di Falcone, opere finanziate per diversi milioni di euro dalla Regione Sicilia.

Gli altri operatori economici che intendevano partecipare ai bandi pubblici, estranei al sistema da tempo collaudato, venivano in qualche modo invitati e persuasi a farsi da parte. Nell’ordinanza, il Giudice per le indagini preliminari, dottor Eugenio Aliquò, ha sottolineato “… la capacità di Paratore di influenzare il normale sviluppo dell’azione amministrativa, impedendo che la stessa possa manifestarsi attraverso l’osservanza delle regole dell’imparzialità…”; e ancora: “… le esigenze cautelari, che in concreto emergono, si materializzano attorno a dati di spiccato allarme sociale, del tutto incompatibili con la gestione della cosa pubblica, e vedono come figura assolutamente centrale e dominante il sindaco Paratore, il quale agisce per perseguire interessi di parte, sfruttando il suo ruolo istituzionale…”.

Il Gip ha altresì evidenziato come Paratore, coordinando alcuni funzionari comunali a lui asserviti, avrebbe pilotato le gare in favore di ditte a lui vicine, per poter accelerare i tempi di esecuzione dei lavori e spendere il risultato dell’avvio di quei lavori durante la prossima campagna elettorale, così da ottenere maggiori consensi.

Il sindaco, inoltre, avrebbe fatto chiaramente intendere ad alcuni professionisti a lui vicini che se il sindaco fosse cambiato, costoro non avrebbero più lavorato con il comune di Falcone. Indicativa, al proposito, una frase captata e indirizzata da Paratore a uno di tali operatori economici: “.devo essere sindaco io, perché se non sono sindaco io, non spenderete neanche una lira qua!…”.

Paratore, durante lo svolgimento della gara, oltre a cumulare le funzioni di sindaco, responsabile dell’Area Tecnica e Rup del procedimento, avrebbe di fatto pesantemente interferito con l’attività della commissione di gara che ha proceduto all’aggiudicazione dei lavori in questione.

Oltre al sindaco e alla funzionaria comunale di Falcone, il Gip, su conforme richiesta dell’Ufficio requirente, ha applicato la misura interdittiva del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, per la durata di un anno, nei confronti di due imprenditori ed un professionista, ritenuti gravemente indiziati dei reati ai sensi degli articoli 353 e 353 bis del codice penale.

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