Ristorazione e wedding scendono in piazza: “Diteci come riaprire in sicurezza”

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Ristorazione e wedding scendono in piazza: “Diteci come riaprire in sicurezza”

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giovedì 29 Aprile 2021 - 15:07

Ristoratori e operatori del settore matrimoniale scendono in piazza. Questa mattina si è tenuta la protesta-proposta di Fipe Confcommercio. In una piazza Unione Europea allestita di tavoli, gli imprenditori del settore della ristorazione e del wedding si sono riuniti sì per manifestare contro le ricadute negative che la gestione della pandemia sta avendo sulle loro attività, ma anche per avanzare delle soluzioni concrete che possano aiutare questo comparto a intravedere la luce in fondo al tunnel.

Le proposte. In occasione dell’evento sono state rilanciate le proposte già avanzate in Prefettura, ovvero una campagna di vaccinazione per tutto il comparto della ristorazione, l’approvazione di un protocollo per l’uso di spazi esterni ai locali, linee guide chiare per le riaperture e una adeguata comunicazione nelle tempistiche di aperture e chiusure e, soprattutto, la creazione di zone gialle speciali in base ai dati forniti a livello provinciale.

“Ci abbiamo pensato a lungo. – ha esordito il presidente di Fipe Confcommercio Carmelo Picciotto – Abbiamo ascoltato i nostri associati. Abbiamo ascoltato i cittadini. Abbiamo scelto di scendere in piazza. Il settore della ristorazione, dei pubblici esercizi, dei bar, dell’organizzazione e della promozione di eventi con tutte le filiere collegate rappresenta un settore vitale della nostra economia. Rappresenta soprattutto un’eccellenza che ci caratterizza e ci rende famosi in tutto il mondo. Siamo il popolo dell’accoglienza. Siamo quelli del brand Messina. Noi siamo la differenza e questa differenza la vogliamo fare anche oggi, qui su questa piazza. Chiediamo interventi urgenti e una pianificazione seria ed efficace.

“Nei pubblici esercizi per 10 milioni di fatturato ci vogliono 120 persone che lavorano. Con i colossi e le piattaforme online, ce ne vogliono solo 14,5. Cuochi, pizzaioli, bagnini, baristi, dj e non li cito tutti, rappresentano la nostra tradizione. Rappresentano la nostra anima. Il cuore pulsante del nostro settore che è emozionalità. È poesia dell’acquisto. Oggi noi abbiamo il dovere di tutelare questo cuore pulsante. Diteci voi come aprire in sicurezza. Non vogliamo ammalarci di cCvid, ma non vogliamo nemmeno morire di fame.

“Finora abbiamo dimostrato fierezza, onore e senso di responsabilità. E tanta, tanta tenacia. Ma la misura è colma. Non si può più procrastinare. Non possiamo più aspettare, specie quando la cura sembra produrre effetti peggiori del male. Ecco perché non protesta ma proposta. La prima proposta la faccio ai miei colleghi: lavoriamo insieme. Insieme si perde e si vince, ma di certo si fa la differenza. Facciamo diventare questa città vera capitale della ripartenza. Più saremo più avremo probabilità di riuscirci. Da qui, da questa piazza, deve partire un percorso di condivisione e ripartenza”.

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