"Zona rossa": De Luca celebra il funerale del commercio

Redazione

"Zona rossa": De Luca celebra il funerale del commercio

lunedì 11 Gennaio 2021 - 06:59

“Condoglianze alle attività commerciali messinese”: la scritta campeggia su un negozio di via Garibaldi. E rimarrà lì con quella vetrina-simbolo del malumore fino al prossimo 31 gennaio, giorno in cui – si spera – Messina tornerà ad essere una città normale. O quasi. L’annuncio funebre lo dovrebbero esporre tutti i negozi cittadini penalizzati da assurde restrizioni.

Il danno per la decisione di trasformare la città dello Stretto in “Zona Rossa”, sarà con molta probabilità irreversibile. La Regione non ha potuto fare altro che assumere la decisione di “chiudere” Messina, su pressione del sindaco. E lui ha deciso di adottare ulteriori restrizioni. Dal 15 le attività commerciali saranno chiuse e per molte di esse sarà il tracollo. Quì c’è in ballo la tenuta economica della città. De Luca va fermato.

È tornato ad essere lo “sceriffo” della scorsa primavera, quando si era trasformato in tribuno guadagnandosi la ribalta della stampa nazionale. Onnipresente nei talk più seguiti della Tv, più per il suo fare “farsesco” che per le decisioni volte alla salvaguardia della salute pubblica.

Memorabili le sue dirette dalla rada San Francesco, dove si era recato per bloccare lo Stretto avendo ingaggiato un duello a suon di carta bollata con la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese. Ovviamente non ha bloccato un fico secco, ma ha dato sfoggio del suo “narcisismo” attraverso le comparsate televisive. Per non parlare delle sue interminabili dirette Fb, seguito anche quando faceva lo spuntino da quel “povero cristo” di Luciano.

Torneranno i droni per spiare i messinesi e la vettura che strillava con la vocina del sindaco “Dove cazzo vai, tanto ti becco”…  Saremo reclusi in casa con la paura che si impossesserà di tutti noi.

Torniamo, insomma, a quei tempi, da oggi riapre il gabinetto di guerra del Coc, trasformato sovente in una “bettola” dove De Luca sbafava con i suoi assessori le pietanze gentilmente concesse dai suo aficionados.
Ma con la differenza che questa chiusura avrà un seguito catastrofico. A pagare saranno i commercianti, illusi dalla chimera di un’elemosina di qualche migliaio di euro che il sindaco concederà loro per zittirli. Per la verità, lo ha già fatto con i rappresentanti delle categorie commerciali (non tutti, sia chiaro perché ad esempio Lino Santoro gliele ha cantate in più occasioni), chiamati a raccolta per l’ennesimo inutile tavolo tecnico in cui non si discute di nulla, ma il sindaco notifica ció che ha deciso.

Il commercio ne uscirà con le ossa rotte, perché il sindaco De Luca ha deciso che Messina debba essere affossata dal suo dirigismo.
Da stanotte ha preso il comando delle operazioni – lo ha scritto quasi con sadico compiacimento su Fb il buon Cateno – e saranno dolori per coloro i quali non si assoggetteranno al suo egocentrismo. Il patriarca di Messina ha deciso che la città dovesse diventare “Zona rossa”, perché la situazione è sfuggita di mano alle autorità sanitarie.

Come se il primo cittadino non fosse la massima autorità  sanitaria. Se la situazione è realmente precipitata – aspettiamo i numeri dei contagi della città scorporati dalla provincia e soprattutto il tasso di occupazione delle Rianimazioni –, forse una qualche responsabilità ce l’ha proprio Cateno De Luca. La prima è che non è stato in grado di esercitare la prerogativa che gli è concessa dalla legge. E poi, non è stato capace di instaurare corrette relazioni istituzionali avendo insultato chiunque con un linguaggio volgare. Ha usato tutta la sua spregiudicatezza per fare solo propaganda elettorale. Lo pensano in tanti.
Ha usato la fascia da sindaco per alimentare il suo ego. Il web gli ha concesso la ribalta, ma oggi lo stesso mezzo lo detesta, fatta eccezione per i plebei che gravitano nella sua galassia, o gli ignoranti di cui Messina purtroppo è zeppa.

Cateno De Luca, oggi sceriffo, è lo stesso che ad agosto, dopo gli show primaverili, si prendeva due mesi di ferie abbandonando la città al suo destino. Le foto dal buen retiro di Fiumedinisi, dove Cateno De Luca coglieva ortaggi e sgusciava fagioli, parlano chiaramente.

La seconda ondata dell’emergenza sanitaria non ha risparmiato Messina, dove l’irresponsabilità di qualche centinaio di cittadini ha fornito il pretesto al sindaco per intestarsi la nuova battaglia. Questa volta, però, De Luca non ha messo in conto che il danno che sta arrecando al commercio, già in crisi da anni, sarà irreversibile. Per buona pace dei “fan più attivi” che sulla sua pagina Fb seguitano a scrivere “De Luca sei il numero uno”. E lui se ne compiace.

Raccontateglielo a quei padri di famiglia che lavorano nei negozi chiusi e che da oggi non avranno nemmeno la Cassaintegrazione. Certo, dirà qualcuno, diteglielo a quelle famiglie straziate dal Covid. Ma se si fosse usata un po’ di responsabilità Messina non avrebbe pianto i morti di Covid e non avrebbe pianto anche i “morti di fame”….

Davide Gambale