Soldi a strozzo: scattano tre arresti

Redazione

Soldi a strozzo: scattano tre arresti

venerdì 18 Dicembre 2020 - 13:36

La polizia ha dato esecuzione ad una ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di tre soggetti, ritenuti responsabili, in concorso tra di loro, del reato di usura pluriaggravata. I fermi arrivano al termine di un’indagine complessa che ha visto un imprenditore costretto dal giogo usuraio di persone senza scrupoli. Nel mese di agosto del 2019, la vittima si è presentata presso gli uffici della squadra mobile della Questura di Messina denunciando, a causa delle difficili condizioni economiche in cui versava, di essere stata costretta a chiedere del denaro a credito. quando attraverso un suo conoscente, l’imprenditore è stato messo in contatto con un altro arrestato, ottenendo un prestito di 3mila euro e restituendo, in trenta giorni, la somma di 4mila euro.
La situazione finanziaria della vittima non è, però, migliorata nel tempo, ragion per cui si è trovata nella necessità di chiedere ulteriori somme a credito, questa volta consegnando degli assegni a proprio nome a titolo di garanzia.
Entrato in una spirale da cui è certamente difficile uscire, l’imprenditore sarebbe stato nuovamente costretto a richiedere una somma di 3mila euro, per restituirne 4mila entro un mese. Trovandosi ben presto nella impossibilità di far fronte agli impegni assunti, per l’imprenditore è iniziato un vero e proprio incubo, visto che sarebbe spesso stato contattato dai tre arrestati, che avrebbero avanzato sempre più pressanti richieste di denaro nei suoi confronti. Tali richieste sarebbero state accompagnate da minacce (anche) velate, ossia da precisi riferimenti operati dagli indagati all’ubicazione della abitazione della vittima, alla composizione del suo nucleo familiare e a gruppi criminali a disposizione di uno dei tre per il ‘recupero crediti’. Due degli arrestati, secondo un copione piuttosto ricorrente nei fatti di usura, si avrebbero inserito in maniera subdola nella vicenda, ostentando la loro solidarietà ma perseguendo, in realtà, interessi personali.
Esasperato, l’imprenditore ha raccontato l’intera vicenda agli investigatori della sezione Reati contro il patrimonio della squadra mobile, che hanno avviato una certosina attività di indagine condotta per il tramite di escussione di testimoni, intercettazioni telefoniche, ambientali, servizi di osservazione e dinamici sul territorio. Le indagini avrebbeo così ricostruito un giudizio di gravità indiziaria a carico degli indagati con riferimento ai gravi fatti di usura in contestazione: tra questi l’arresto, in flagranza di reato, di uno dei tre, avvenuto il 15 settembre del 2019.
In quella occasione, l’uomo era stato colto, fuori da un bar del centro cittadino, in flagranza di reato e in possesso di banconote consegnategli immediatamente prima dalla vittima quale acconto della più consistente somma illecitamente richiesta per estinguere un debito i cui interessi, in poco tempo, erano ormai cresciuti a dismisura. Le banconote in questione erano state, per di più, contrassegnate dai poliziotti della squadra mobile, che erano impegnati in un servizio di osservazione e tutela.Condividendo l’imponente quadro indiziario raccolto dagli investigatori della squadra mobile, la procura ha richiesto e ottenuto, dal competente giudice per le indagini preliminari, la misura cautelare degli arresti domiciliari con divieto di comunicazione con persone diverse da quelle conviventi nei confronti dei tre arrestati oggi. I fatti risalgono al periodo compreso tra l’aprile ed il settembre del 2019.