"Reparto fantasma", la Procura apre i riflettori sulla Sanità messinese

Redazione

"Reparto fantasma", la Procura apre i riflettori sulla Sanità messinese

lunedì 23 Novembre 2020 - 11:15

La vicenda del cosiddetto reparto fantasma dell’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto approda alla Procura del Longano. Gli inquirenti vogliono vederci chiaro su quello che è diventato uno scandalo di portata nazionale. Ad accendere i riflettori è stato prima il quotidiano Repubblica e poi il Tg, che ha documentato la presenza di un reparto di Rianimazione “fantasma”.
Benché l’Asl di Messina avesse dichiarato la disponibilità di dieci posti letto, ne sarebbero stati realizzati solo due e per di più non funzionanti. Una vicenda che sta facendo traballare la poltrona del manager dell’Asp, Paolo La Paglia, il quale ha tentato di difendersi annunciano azioni legali nei confronti dell’inviato del Tg1.
Adesso, però, la Procura di Barcellona Pozzo di Gotto vuole approfondire la vicenda ed è stato aperto un fascicolo, per il momento contro ignoti. In queste ore è atteso al Cutroni Zodda di Barcellona l’arrivo degli ispettori ministeri e dei carabinieri dei Nas. Intanto, la Procura ha iniziato il suo lavoro e sono state già sentite alcune persone informate sui fatti.
E’ lecito attendersi ulteriori sviluppi nei prossimi giorni per quello che si prefigura – stando alle indiscrezioni giornalistiche – come uno spaventoso spreco di denaro pubblico. Infatti, per allestire il reparto che esiste solo sulla carta sono stati spesi migliaia di euro per il noleggio dei letti di Rianimazione. Letti che non sarebbero mai stati impiegati: ieri – riferisce Repubblica – una donna della provincia ha atteso diverse ore prima di essere ricoverata in un reparto di terapia intensiva, dal momento che a Barcellona Pozzo di Gotto non vi sarebbero posti letto disponibili.
Intanto, ieri il dg dell’Asp Paolo La Paglia, la cui condotta sta creando non pochi imbarazzi all’assessore alla Salute Ruggero Razza, ha chiarito che il trasferimento della dott.ssa Laquidara, già direttore sanitario del Cutroni Zodda, all’ospedale di Lipari, non si tratta di una punizione.