Trasformazione Irccs-Neurolesi in Fondazione, quei 91 mln stuzzicano il palato dei privati…

Redazione

Trasformazione Irccs-Neurolesi in Fondazione, quei 91 mln stuzzicano il palato dei privati…

mercoledì 23 Settembre 2020 - 10:50

La notizia della trasformazione dell’Irccs-Neurolesi in Fondazione pubblica con la partecipazione dei privati, circolava da tempo. Da quando l’allora ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, con la regia del parlamentare Nino Germanà, stanziò 91 mln di euro per il centro di eccellenza messinese, le voci di un possibile ingresso dei privati nella gestione dell’azienda sanitaria si rincorrono negli ambienti sanitari cittadini e regionali. Adesso è ufficiale, dopo che la Uil e la Uil-Fpl di Messina, hanno avuto contezza del “disegno” architettato – a quanto pare – dal direttore scientifico, Dino Bramanti, con la compiacenza passiva – dicono i beneinformati – del direttore generale, Vincenzo Barone. Il sasso nello stagno è stato lanciato con una missiva indirizzata al ministero della Salute a doppia firma Bramanti-Barone, ma senza successo. Il nient da Roma non lascerebbe spazio ad altri tentativi, a meno che sul fronte regionale non si mettano in moto le “truppe cammellate” della politica per varare una nuova legge che consenta all’Irccs-Neurolesi di Messina di trasformarsi in Fondazione. Che Bramanti fosse l’architetto del progetto, lo dimostra il fatto che a tamburo battente ha rilasciato una dichiarazione al quotidiano tempostretto, attraverso la quale fa il pompiere, nel tentativo di tranquillizzare i dipendenti dell’azienda sanitaria che non vedono di buon occhio l’apertura ai privati.

I 91 mln di finanziamento

E’ innegabile che i soldi stanziati dal ministero della Salute facciano gola e la corsa ad entrare nella Fondazione potrebbe scatenare gli “appetiti” di molti imprenditori cittadini. La torta è sontuosa e, al di là di come verranno spesi i soldi, è normale che qualcuno inizi a farci un pensierino. Chi riesce a conquistarsi uno spazio nella Fondazione poi avrà un ruolo nella gestione. Dice bene Bramanti quando afferma che l’unica cosa che cambierà è la governace, e siamo pronti a scommettere che egli stesso punterà ad un posto al sole. Sia chiaro, è legittimo da parte sua anche perché è stato uno degli artefici della nascita dell’Istituto di Ricerca.

Il prof. Bramanti verso il pensionamento

Il docente messinese la prossima primavera andrà in quiescenza per raggiunti limiti di età. Il direttore generale, Vincenzo Barone, ha già deliberato l’istituzione del direttore scientifico emerito ed è logico attendersi che Bramanti legherà il suo nome – senza potere decisionale – all’Irccs-Neurolesi. Se lo merita. Ma, un posto nella governance della Fondazione gli conferirebbe quel potere decisionale che gli consentirebbe di rimanere in auge. Ecco spiegato il motivo per il quale si sta facendo promotore della possibile (improbabile) trasformazione.

Il ruolo dei sindacati: sempre e solo Uil…

Uil e Uil-Fpl con l’uscita di ieri pomeriggio si sono messi a capo di un’opposizione finalizzata alla tutela dei lavoratori e soprattutto dei cittadini. E’ superfluo evocare la battaglia in solitaria per la difesa dell’ospedale Piemonte, destinato alla chiusura per volontà dell’allora direttore generale, Michele Vullo, e salvato dalla legge regionale-Formica.

Rispetto a quella battaglia, Pippo Calapai ha anche dalla sua l’appoggio della segretaria confederale, nella persona del segretario generale, Ivan Tripodi. E’ normale che la vicenda si sposterà sui tavoli regionali. L’accorpamento con l’Irccs-Neuroli è stata una “invenzione” azzeccata della politica. E questo accorpamento è stato, con molta probabilità, il fuori programma per l’idea della trasformazione dell’Irccs-Neurolesi, idea cullata da tempo da chi oggi la propone. Tornando ai sindacati, a parte la Uil non pare esserci al momento alcuna presa di posizione di altre sigle sindacali. Staremo a vedere.

Immaginate un Pronto soccorso gestito da una Fondazione?

Il Pronto soccorso del Piemonte, semmai passera il progetto di trasformazione, dovrebbe essere gestito da una Fondazione pubblico-privata. Un fatto più unico che raro nel panorama della Sanità nazionale. Un modello americano che andrebbe a penalizzare probabilmente (ma non abbiamo la proava contraria), le classi meno abbienti. Fantascienza? Può darsi, ma teniamoci stretto il Pronto soccorso pubblico.

Il ruolo dell’Università

Sulla trasformazione dell’Irccs-Neurolesi in Fondazione, dicono i beneinformati, ci sarebbe l’assenso dell’Ateneo messinese (tutto da confermare), al quale andrebbe nella “spartizione” la Ricerca. Ci può anche stare, ma sarebbe auspicabile che il Rettore, Salvatore Cuzzocrea, si batta per ottenere indipendentemente dalla Fondazione la gestione della Ricerca. E’ un fatto naturale.

L’assessore Ruggero Razza era al corrente?

La “pazza” idea di trasformare l’Irccs-Neurolesi in fondazione è stata una fuga in avanti di Bramanti e Barone o l’assessore Razza era al corrente? Torniamo al solito interrogativo amletico. L’assessore regionale alla Salute anche in occasione della polemica di AppSiciliaSicura (in prima battuta avrebbe dovuto essere gestita dall’Irccs-Neurolesi), se ne uscì dicendo di non sapere nulla. Non abbiamo di dubitare della sua buonafede in quella circostanza, ma se oggi non fosse al corrente dei propositi di trasformazione (saremmo all’assurdo perché un assessore dovrebbe essere informato), saremmo di fronte ad una “insubordinazione” da parte di Barone, nominato proprio da Razza, direttore generale. Siamo in attesa di una versione ufficiale, anche del governatore Nello Musumeci.

E la politica locale?

Alle 10,45 del 23 settembre, dopo l’allarme di Calapai e Tripodi, non si registra nessuna presa di posizione ufficiale dei parlamentari nazionali e regionali. Comprendiamo che l’Irccs-Neurolesi rappresenti una bella riserva di caccia e che la logica impone prudenza, ma dai battaglieri Cinquestelle c’è da attendersi una discesa in campo.