Ex Banca d'Italia, presentato il nuovo immobile di Unime

Paolo Mustica

Ex Banca d'Italia, presentato il nuovo immobile di Unime

mercoledì 15 Luglio 2020 - 15:47

Una superficie di oltre 6000 mq, divisi in un seminterrato e due piani fuori terra. Questa mattina l’Università di Messina ha presentato il suo nuovo fiore all’occhiello, l’ex filiale della Banca d’Italia sita in prossimità del parcheggio Cavallotti, che recentemente è entrata a far parte del patrimonio immobiliare dell’Ateneo peloritano e che in futuro ospiterà un polo museale, una biblioteca per gli studenti e diversi centri di ricerca. Edificata nel 1924, la struttura, completamente in cemento armato e muratura, è di fattura molto curata.

“Siamo molto felici – ha detto il rettore Salvatore Cuzzocrea – di poter finalmente aprire le porte di questa prestigiosa sede e, da quando è stato siglato il contratto d’acquisto abbiamo atteso questo giorno con trepidazione. L’obiettivo è quello di valorizzare il patrimonio architettonico del palazzo, di arricchirlo grazie al patrimonio artistico e culturale dell’Ateneo ed anche quello di restituire alla città la splendida struttura che in futuro ospiterà un polo museale, una biblioteca per gli studenti e centri di ricerca. Ciò al fine di renderlo fruibile a tutta cittadinanza e non solo alla comunità accademica”.

La classifica del Censis. La presentazione, alla quale hanno partecipato il rettore, i prorettori, i delegati e i direttori dei vari dipartimenti dell’Ateneo peloritano, è stata anche l’occasione per discutere della recente notizia secondo cui, stando alla nuova classifica elaborata dal Censis, l’Università di Messina è ultima nella classifica dei grandi atenei statali.

Classifica Censis delle Università, Messina ultima tra i grandi atenei

Infatti, uno degli indicatori che ha contribuito a dar luogo a questo risultato negativo è stato quello delle Strutture, e al riguardo il rettore Salvatore Cuzzocrea ha evidenziato che l’acquisizione dell’immobile in questione è un chiaro segno che la sua amministrazione mira a migliorare l’Ateneo peloritano, anche sotto il profilo delle strutture. Più nel dettaglio, il rettore ha spiegato che il risultato negativo conseguito con riferimento a questo indicatore, che fondamentalmente rileva i posti nelle aule e nei laboratori destinati agli studenti, è dovuto al fatto che il Censis, nell’ambito della sua ultima indagine, che è stata condotta sui dati relativi all’anno accademico 2018/2019, non ha potuto tenere conto di ben 60 aule e 110 laboratori, in quanto erano e sono ancora in ristrutturazione. Al riguardo, Cuzzocrea ha rassicurato che entro la prossima indagine, che dovrebbe essere condotta nel 2022, l’indicatore Strutture subirà un notevole miglioramento, perché buona parte di queste aule e laboratori torneranno ad essere accessibili agli studenti.

Altro indicatore che ha presentato delle criticità è stato quello delle Borse di studio, che ha subìto un notevole calo tra il 2019 e il 2020.  Stando a quanto spiegato dal rettore, questo indicatore è formato da due voci, una relativa alle borse di studio erogate dall’Università di Messina e l’altra riconducibile alle borse stanziate dall’Ersu, l’Ente regionale per il diritto allo studio universitario. Cuzzocrea ha spiegato che mentre l’importo erogato dall’Ateneo peloritano è aumentato rispetto allo scorso anno, quello stanziato dall’Ersu ha registrato una vistosa flessione, in quanto è passato da 10 milioni di euro del 2019 a 6 milioni di euro del 2020. Pertanto, sarebbe improprio ricondurre questa performance negativa all’Università di Messina. Tra l’altro, il rettore ha spiegato che l’ampliamento della “no tax area”, cioè dell’esenzione dal pagamento delle tasse universitarie, per gli studenti con un Isee fino a 23 mila euro ha funto da borsa di studio per coloro i quali non avevano diritto alla borsa di studio Ersu, in quanto sono stati esentati dal pagamento delle tasse universitarie. “Questo dato ovviamente non è stato rilevato dal Censis”, ha affermato Cuzzocrea. Infine, il rettore ha dichiarato che la sua amministrazione ha posto fine a un contenzioso con l’Ersu, al quale andavano assegnati circa 1,6 milioni di euro: “Abbiamo chiesto all’Ersu di destinare tali fondi agli studenti sotto forma di borse di studio. Pertanto, anche nell’indicatore Borse si registrerà un miglioramento”, ha aggiunto Cuzzocrea.

Un terzo indicatore che ha registrato una performance particolarmente bassa, non tanto rispetto all’anno precedente quanto piuttosto in confronto alle altre università, è stato quello dei Servizi, con il quale si indica il numero di pasti e posti letto messi a disposizione degli studenti. A tal proposito, il rettore ha evidenziato che si tratta in genere di servizi forniti dall’Ersu, ma che in ogni caso l’Ateneo peloritano si è adoperato per incrementare il numero dei posti letto. Infatti, ha sottolineato che la sua amministrazione ha messo in cantiere un appalto per trasformare l’ex facoltà di Statistica in un polo residenziale e di costruire diverse residenze anche al Policlinico universitario.

Con riferimento all’entrante anno accademico, al rettore abbiamo chiesto come l’Università di Messina si sta attrezzando in vista del ritorno nelle aule universitarie. Al riguardo, preme precisare che il tutto dipenderà da come si evolverà la normativa nazionale volta a contenere la diffusione del coronavirus, ma in ogni caso si prevede un ritorno nelle aule nel massimo rispetto del distanziamento sociale. Laddove ciò non sia possibile, come ad esempio nei corsi di laurea, specie quelli triennali, particolarmente numerosi (ad esempio, Scienze motorie), si sta valutando l’opzione di dare luogo a delle lezioni in modalità mista, cioè una parte in presenza e una in via telematica, oppure in dei luoghi aperti. Relativamente agli studenti stranieri che avranno delle difficoltà oggettive a trasferirsi in Italia, dovranno seguire le lezioni a distanza. Discorso del tutto analogo varrà per le categorie fragili, quali quella degli immunodepressi, che avranno la possibilità, ma non l’obbligo, di seguire le lezioni in via telematica.

Al rettore abbiamo poi chiesto maggiori dettagli in vista della cerimonia per gli studenti che si sono laureati nel bel mezzo della pandemia. Infatti, Cuzzocrea aveva promesso a questi studenti che, nel momento in cui la situazione si fosse stabilizzata, avrebbe dato luogo a una cerimonia di proclamazione. A tal proposito, ha spiegato che con molta probabilità tra la seconda e la terza settimana di settembre si terranno tre o quattro cerimonie (dipenderà dal numero degli studenti che decideranno di prenotarsi) presso il campo di calcio all’aperto del Cus, nel polo universitario dell’Annunziata. Più nel dettaglio, l’idea è quella di realizzare una cerimonia nell’ambito della quale ciascun studente potrà essere accompagnato da 4 persone e potrà ritirare personalmente il diploma.