App "SiciliaSiCura": adesso è un giallo, nessuno sapeva

Redazione

App "SiciliaSiCura": adesso è un giallo, nessuno sapeva

venerdì 05 Giugno 2020 - 10:25

L’App “Sicilia Sicura” sta diventando un autentico giallo. Dopo la fuga in avanti di Dino e Alessia Bramanti che hanno annunciato a mezzo stampa – anticipando la conferenza stampa di Musumeci, Razza e Bertolaso – la nascita di un’applicazione per il monitoraggio dei turisti, anche Giorgio Moretti, fondatore di “Dedalus”, si aggiunge al club dei “caduti dal pero”. L’amico di Renzi dice al “La Verità” di non sapere nulla dell’App siciliana: “Ne so zero al cubo. Non mi occupo di Italia”, dichiara ad Alessandro Rico. E il mistero si infittisce, perché a questo punto non è dato sapere chi abbia “pensato” l’applicazione e soprattutto chi abbia scucito i soldi per conto della Regione Sicilia.

A Palermo dicono di non sapere nulla, l’assessore Ruggero Razza sull’argomento ha manifestato un certo imbarazzo per l’eco mediatica negativa suscita dalle notizie seguite alla presentazione dello strumento tecnologico. “SiciliaSiCurca e Telemedicina sono cose distinte – afferma Razza –, non è detto che la gestione dell’App possa ricondursi all’Istituto di Ricerca”.
Razza è scocciato perché non si aspettava evidentemente cosa avrebbe scatenato una iniziativa “macchiata” dal giallo delle parentele (Dino e Alessia Bramanti), e da una fuga in avanti del Direttore scientifico dell’Irccs. C’è poi il capitolo del finanziamento di 800mila euro che a questo punto l’assessore alla Salute revocherà al Neurolesi di Messina.
La Uil di Messina, da sempre attenta alle dinamiche sanitarie, ieri ha affondato la lama del coltello invocando l’intervento della magistratura. Ivan Tripodi e Pippo Calapai hanno chiesto all’assessore una serie di interrogativi e allo stesso tempo di rimuovere la situazione di conflittualità.