Commercio, amministrazione in ritardo: attese le misure di sostegno

Redazione

Commercio, amministrazione in ritardo: attese le misure di sostegno

mercoledì 20 Maggio 2020 - 06:50

Il cinque maggio scorso, il sindaco Cateno De Luca ha annunciato una sorta di “Piano Marshall” per il commercio cittadino. Una specie di manovra poderosa, per dirla con il premier Giuseppe Conte, che avrebbe dovuto risollevare le sorti di un settore altamente penalizzato dalla crisi sanitaria. Sono trascorse più di due settimane e di quel “piano” non s’è saputo più nulla.

Il 18 maggio i negozi, non tutti per la verità, hanno riaperto e i commercianti coraggiosi si sono visti ancora una volta abbandonati dall’amministrazione comunale. Complice probabilmente l’assenza del sindaco, costretto a ricaricare le batterie dopo la guerra contro il Coronavirus, a Palazzo Zanca sull’argomento è calato un preoccupante silenzio.

Chi ha deciso di riaprire, benché non vi fossero le condizioni, lo ha fatto raschiando il fondo del barile dei propri risparmi, al fine di rispettare le disposizioni in materia di contrasto alla diffusione del maledetto virus, ma si trova a dovere respingere gli “assalti” (legittimi), dei proprietari dei negozi che pretendono i pagamenti delle pigioni per i mesi di chiusura (marzo e aprile), i fornitori che chiedono acconti (legittimi), e i fornitori di energia che pretendono il pagamento delle bollette minacciando di interrompere le forniture. A tutto questa si aggiungano gli impegni economici presi e non differibili, e le lentezze delle banche nell’erogare i presti con garanzie statali, per completare un quadro allarmante.

Ieri abbiamo pubblicato un articolo disarmante, nel quale sono stati svelati i numeri dei prestiti erogati dalle banche: in quaranta giorni sono state approvate e quindi liquidate poco più 600 pratiche a fronte di una montagna di richieste di presti da “Ventincinquemila euro”. Un numero insussistente se l’obiettivo è quel del rilancio dell’economia. Un dato disarmante se si considera che sono stati concessi poco più di 14 prestiti al giorno. Colpa delle banche o del merito creditizio dei clienti? Fatto sta che il numero colloca Messina in coda alla classifica delle città siciliane per prestiti con garanzia statale, erogati. Dati forniti da Mediocredito Centrale.

Ma torniamo all’amministrazione comunale che pare essersi dimenticata di commercianti e imprenditori. Che fine hanno fatto i finanziamenti a fondo perduto per dare un po’ di ristoro ai negozianti per gli affitti?

E che fine ha fatto l’ordinanza che dovrebbe esentare il pagamento della tassa di occupazione del suolo, piuttosto che garantire ai bar e ai ristoranti di disporre di suolo maggiore per collocare i propri tavolini e rispettare le norme sul distanziamento?

Domande alle quali i commercianti attendono risposte immediate. Non dopo che avranno chiuso.