Neurolesi ancora chiuso, i parlamentari messinesi dormono?

Redazione

Neurolesi ancora chiuso, i parlamentari messinesi dormono?

lunedì 27 Aprile 2020 - 15:05

A metà marzo il centro di riabilitazione del Neurolesi chiudeva perché si era aperto un pericoloso focolaio, da allora la struttura è mestamente chiusa. Sulle prime si è proceduto al trasferimento dei circa novanta pazienti, alcuni dei quali contagiati, ma dopo gli opportuni interventi di sanificazione l’eccellenza messinese continua a rimanere inspiegabilmente chiusa.

Almeno duecento lavoratori, fra medici, infermieri, operatori sanitari e amministrativi sono “costretti” a casa su disposizione dell’azienda. Al computo vanno aggiunti gli operatori della Ricerca. Un piccolo esercito di lavoratori che sono “come color che son sospesi“. E si interrogano, giustamente, sul proprio futuro. Che ne sarà dell’Irccs-Neurolesi? L’interrogativo, per il momento, se lo pongono anche i sindacati, anzi il sindacato, ovvero la Uil-Fpl che sull’argomento ha prodotto una montagna di note. Tutte rimaste mestamente senza alcuna risposta. Che fine ha fatto il direttore generale, Vincenzo Barone? Dov’è finito il direttore scientifico, Dino Bramanti, che dell’Irccs ne ha fatto un fiore all’occhiello della sanità messinese. Tutti muti. Nessuno risponde.

E qui si moltiplicano gli interrogativi. Il personale costretto a stare a casa – fortuna che gli pagano lo stipendio – sospetta che dietro sia in corso una brutta “operazione” politica. Sperano di sbagliarsi, ma se il centro non dovesse riaprire in tempi ragionevoli c’è il rischio che tutto il personale venga messo in mobilità. Chi avrà fortuna si troverà “sbattuto” in qualche altra struttura della provincia, chi non l’avrà si vedrà rescisso il contratto. E’ la legge.

L’altro interrogativo che si pongono in molti è quello relativo ai pazienti. Alcuni (pochi) ricoverati al centro Covid del Policlinico, altri (pochissimi) sono morti, e gli altri? Dove sono finiti? Impensabile che siano tornati a casa perché hanno bisogno di cure continue.

E si fa strada quel “piano segreto”, sussurrato lo scorso anno, che avrebbe voluto la chiusura del centro riabialitativo di contrada Casazza per crearne uno ex novo al Policlinico universitario. Un piano che aveva avuto, all’epoca dei fatti, – stando alle indiscrezioni – il benestare dell’assessore Ruggero Razza e del Rettore, Salvatore Cuzzocrea.

Particolare da non trascurare sono i 91 mln di euro stanziati dal Ministero della Sanità per la Riabilitazione dell’Irccs: anche quelli, evidentemente, fanno parte della “partita”? Fanno quindi gola a qualcuno?

E’ strano che nessuno dei parlamentari messinesi (tutti indistintamente), si sia posto la domanda sul perché Casazza continui a rimanere chiuso, sebbene la struttura sia stata sanificata e, quindi, sia rientrato l’allarme covid. Il paradosso è che oggi il Centro riabilitativo continua a rimanere chiuso, mentre la Casa di Riposo “Come d’Incanto” si appresta ad accogliere i vecchietti dopo la “mattanza” causata dal Covid.