Il legale di Sparacio diffida i giornalisti ad additarlo come mafioso

Redazione

Il legale di Sparacio diffida i giornalisti ad additarlo come mafioso

martedì 14 Aprile 2020 - 18:13

Il legale di Luigi Sparacio ha inviato anche alla nostra redazione una lettera con la quale diffida i giornalisti dallo strumentalizzare il proprio assistito per i fatto legati al corteo funebre del fratello.
”La sottoscritta Avv. Piera Basile, in qualità di difensore del Signor Luigi Sparacio, formula la presente per significare quanto segue.
Il mio assistito è venuto a conoscenza, tramite gli organi di stampa, dello scan- dalo innescato dalla notizia dei funerali del fratello Rosario celebrati in Messina in data 11 Aprile c.a.
Orbene, senza entrare nel merito su quanto accaduto perchè per il riscontro dei fatti verificatesi accerteranno la verità gli organi a ciò deputati i quali stanno già inda- gando, con la presente si vuole significare, a nome e per conto del proprio assistito, quanto segue.
Dal lontano 1994 il mio assistito ha iniziato a scontare la pena per i reati com- messi, non si comprende, pertanto, come mai si stia strumentalizzando il suo nome an- che alla luce della circostanza che da oltre un ventennio non è più tornato in Sicilia.
Con la presente, pertanto, nel pieno rispetto del diritto di libertà di stampa san- cito dall’art.21 della Cost. e dell’importantissima funzione sociale esercitata dai giorna- listi, a nome del proprio assistito il sottoscritto difensore chiede che non vengano fatte strumentalizzazioni accostando quanto accaduto in Messina durante i funerali del Signor Sparacio Rosario con la passata storia processuale del Signor Luigi Sparacio.
Riportando il pensiero del mio assistito, l’accostamento dei fatti accaduti alla sto- ria processuale passata, potrebbe innescare strumentalizzazioni politiche, rimettendo in moto meccanismi perversi così come già accaduto in illo tempore (Caso Messina, Vermi- naio dello Stretto).
Infine, considerato che il Signor Sparacio Luigi ha quasi finito di scontare la pena inflitta pagando così il suo debito con la Giustizia e rilevando, altresì, che non è stato interessato negli ultimi tempi da inchieste giudiziarie che accertassero la prosecuzione del suo ruolo di capo mafia, si diffidano le SS.LL. a non volerlo additare come se fosse ancora un mafioso, anche al fine di non volere marchiare a vita una persona che sicura- mente ha sbagliato in passato, ma che ha iniziato un nuovo percorso di vita”.