Parla il fratello del medico additato come untore: "Ci siamo messi in quarantena, lui invitato a lavorare dall'azienda perché senza sintomi"

Redazione

Parla il fratello del medico additato come untore: "Ci siamo messi in quarantena, lui invitato a lavorare dall'azienda perché senza sintomi"

giovedì 26 Marzo 2020 - 20:28

Il fratello del medico anestesista ricoverato al Policlinico al Covid-Hospital ha scritto un suo pensiero sulla vicenda dei cosiddetti “sciatori”. Emerge una verità diversa rispetto a quella propugnata fino ad oggi.

Dopo aver riflettuto, sento la necessità di esprimere il mio pensiero con riferimento alla gogna mediatica subita a seguito della mia partecipazione alla vituperata settimana bianca… sono state diverse le liste di proscrizione, che pensavo ormai un ricordo di altri più bui tempi, nelle quali sono stato inserito, e gli insulti circolati sui social, sui quali il mio nome è stato associato a quello di altri, presunti untori, esposti al pubblico disprezzo, insieme ad altri componenti della mia famiglia. Le sensazioni provate sono state tante, spesso neanche distinguibili sul momento, dando vita ad una girandola nella quale la rabbia spesso cedeva il posto allo sgomento, e ad una sensazione di dolore impotente per quella che ritenevo fosse un’ingiustizia, forse la più cocente della mia vita.

Ero partito per una vacanza, aderendo ad un viaggio organizzato da amici, con alcuni familiari, quando a Messina niente lasciava presagire quello che sarebbe accaduto, quando i miei concittadini uscivano la sera, socializzano nei bar e nei locali, come di consueto, attenendomi al rientro alle disposizioni appena entrate in vigore(giorno 9 marzo) denunziandomi all’ASL competente, ed al mio medico, e mettendomi in quarantena. Quale legge etica, prima che giuridica, avrei violato? Cosa giustificava un’aggressione mediatica così violenta? Il carattere strettamente personale della responsabilità è un pilastro della nostra civiltà occidentale, almeno questo ho sempre insegnato ai miei studenti: ciascuno è fatto responsabile delle proprie azioni! Qualcuno dei cosiddetti sciatori, si sentenzia sui Social non si è denunziato! Io dico, se ne assumerà la responsabilità nelle sedi competenti, non sui social, e subirà, ove fosse accertato, la giusta sanzione! Non fosse altro perché la gogna o il rogo mediatico non sono tollerabili, oltre ad essere indegne di una comunità che si dice civile. Prima di concludere, non intendo andare oltre, anche per non essere costretto a scavare ancora dolorosamente nel profondo della mia indignazione, mi permetto di spendere qualche parola nell’interesse di Claudio, legittimamente invitato dalla sua azienda a lavorare, perché non presentava, lunedì 9 marzo, alcuna sintomatologia, così come previsto dal famoso DPCM, che lo esentava dalla quarantena, e poi bollato come uno dei medici untori, nel momento in cui, il giovedì successivo si è ammalato, dopo aver fatto il suo dovere, forse anche proprio per aver fatto il suo dovere.

La verità è figlia del tempo, ed è aliena dal clamore, dal chiasso di chi urla, perché non ha ragione, di chi discetta di cose che sconosce, da chi proferisce giudizi morali senza conoscere l’etica del rispetto della dignità umana, per i tanti vacui ripetitori di cose apprese de relato, dette da altri ai quali è stato a loro volta riferito, senza alcun senso critico, e senza alcuna vera coscienza civile, approfittando del rumore, animati solo dal desiderio di vedere ancora più sangue nell’arena, come solo in una comunità raccogliticcia, purtroppo spesso mossa da sobillatori e improbabili Masaniello è possibile che accada“.

*Abbiamo scelto di non riportare nomi e cognomi perché la lista dei cosiddetti “sciatori” è stata secretata per ordine della magistratura.