Teatro, oggi si apre la mostra di pittura "I Nuovi paladini" di Gregorio Cesareo

Redazione

Teatro, oggi si apre la mostra di pittura "I Nuovi paladini" di Gregorio Cesareo

venerdì 21 Giugno 2019 - 10:35

Si apre oggi alle 18,30 la mostra “I nuovi paladini” di Gregorio Cesareo. L’artista messinese, dopo le mostre istituzionali all’Ordine degli Architetti di Messina e al prestigioso Palazzo Nicolaci di Noto (SR), è presenta al Teatro Vittorio Emanuele della città peloritana con la personale “I nuovi paladini”, evento del ciclo “Opera al Centro” a cura di Giuseppe La Motta.
La mostra raccoglie una selezione di lavori inediti appartenenti all’ultimo periodo di Cesareo. Protagonisti dell’opere saranno i Pupi Siciliani, soggetto prediletto del pittore, che nel corso degli anni ha fatto dei paladini dell’Opra un’inconfondibile cifra iconografica e stilistica. “Creature fantastiche e archetipiche, i paladini ammaliano lo spettatore con la magia del teatro, il fascino sacro dell’arte come evocazione di immagini perenni, sempre presenti nell’animo di tutti gli uomini, di tutti i tempi. Ritratti di fierezza, pronti alla battaglia come allo spettacolo, questi Pupi evocano una dimensione pura, limpida e dolce, dove la tenzone è sempre onorevole, chiara e senza finzioni.
È il mondo dell’umanità primigenia, il mondo degli eroi che nella luce dell’arte rinnova l’eredità della memoria e la promessa di un futuro positivo”, dal testo critico di Mosè Previti.
Gregorio Cesareo è nato a Messina nel 1954. Autodidatta, si dedica fin da giovanissimo alle arti figurative, diverse le sue partecipazione in esposizioni collettive e personali. La sua ricerca stilistica si nutre dei grandi movimenti artistici dell’età moderna, con particolare attenzione alla pittura rinascimentale e barocca, grandi passioni che Cesareo studia e approfondisce sia nella produzione di nature morte, soggetti religiosi e paesaggi sia nella pittura “dei Pupi”. Particolare attenzione è rivolta dall’artista all’iconografia dei paladini di Francia e ai guerrieri mori, le marionette dell’Opra, di cui egli riproduce lo sfarzoso decorativismo degli abiti caratteristici in un’attenta ricerca formale.