Razionalizzazione dirigenti e servizi al Comune di Messina, Uil-Fpl: "Efficace se fatta nella giusta misura"

Redazione

Razionalizzazione dirigenti e servizi al Comune di Messina, Uil-Fpl: "Efficace se fatta nella giusta misura"

venerdì 21 Giugno 2019 - 11:42

“La Uil-Fpl, in riferimento al nuovo organigramma ed al funzionigramma proposto dall’amministrazione comunale, ha chiesto di apportare alcuni correttivi a tale importantissimo strumento di organizzazione degli uffici e dei servizi, al fine di migliorare l’efficienza e l’efficacia della macchina amministrativa. Innanzitutto la riduzione drastica del numero dei dirigenti non è giustificabile per una città Metropolitana quale è Messina, sia per le dimensioni demografiche che per la particolare estensione territoriale e morfologica. Non si condivide il declassamento di alcune importanti strutture dirigenziali a semplici “Servizi”, sia perché lo prevede la legge, (vedi Avvocatura Comunale), mentre in altri casi tale declassamento ed il conseguente accorpamento di servizi, scaricherebbe competenze ed annesse responsabilità di livello dirigenziale sul funzionario di categoria D cui verrà assegnata la Posizione Organizzativa e/o Alta Professionalità, in contrasto con lo Statuto Comunale e la normativa in materia vigente, ed inoltre lo stesso funzionario non avrebbe la necessaria autonomia e autorità nel coordinare gli altri colleghi di pari categoria che solo una figura di livello dirigenziale garantirebbe”.

Lo scrivono in una nota stampa Pippo Calapai ed Emilio Di Stefano, rispettivamente segretario generale e responsabile provinciale della Uil-Fpl Messina.

I sindacalisti poi scendono del dettaglio: “A parere della scrivente organizzazione sindacale, i Dipartimenti e/o Staff di livello dirigenziale da aggiungere a quelli previsti, sono:

Avvocatura Comunale: E’ assurdo che l’Avvocatura Comunale anziché essere potenziata venga smantellata, relegandola ad un semplice “Staff” di livello non dirigenziale, nonostante la Legge n. 247/2012, stabilisca che le “Avvocature Comunali” devono essere dirette da un Dirigente Avvocato, e, pertanto, il servizio “Contenzioso Amministrativo e Penale”, il servizio “Contenzioso Civile 1” e il servizio “Contenzioso Civile 2”, incardinati al Dipartimento Affari Generali, devono tornare ad essere di pertinenza dell’Avvocatura Comunale.

Dipartimento Risorse Umane: Unico fisiologicamente competente alla riorganizzazione ed alla gestione delle risorse umane dell’Ente. Infatti il Dipartimento in questione è andato allo sbando perché negli ultimi anni non è stato gestito da un Dirigente a tempo pieno. Quindi a nostro avviso il Dipartimento deve rimanere struttura dirigenziale con la previsione di n. 2 Posizioni Organizzative e/o Alta Professionalità, anche alla luce della necessità di rimpiazzamento dei numerosi pensionamenti, in attuazione della cosiddetta “quota cento”, che comporterà l’attivazione delle procedure di assunzioni che certamente non potranno essere gestite da un semplice funzionario, unico titolare del servizio così come proposto dall’Amministrazione.

Dipartimento al Decentramento: Il rilancio concreto del decentramento Amministrativo si potrebbe ottenere prevedendo un struttura di livello dirigenziale cui assegnare adeguate risorse economiche ed obiettivi specifici, un riferimento amministrativo da dare al Presidente ed al Consiglio delle sei Circoscrizioni.

Dipartimento Politiche Culturali: I Servizi Culturali sono servizi importanti e specialistici. Essi caratterizzano le politiche delle amministrazioni e sono indispensabili per la valorizzazione dei beni culturali materiali e immateriali, per la valorizzazione e fruizione del patrimonio artistico, monumentale, architettonico, librario ed archivistico, nonché per la promozione dell’identità culturale della città e di tutte le realtà territoriali.

Nella bozza del nuovo funzionigramma 2019 risultano molto marginalizzate e considerati come un mero servizio amministrativo, ed inglobati nel “Dipartimento Servizi Alla Persona e Alle Imprese”, mischiato con il Servizio Pubblica Istruzione e liquidato con una sola generica parola “Cultura”. E’ evidente che la particolarità e specificità dei servizi culturali non possono essere assimilabili ad altre attività amministrative.

L’avere incorporato i servizi culturali con la pubblica istruzione oltre a relegare questi ad un ruolo gregario ad altre attività amministrative estranee o incompatibili con le attività culturali, come anzi detto, pone il rischio concreto di creare un corto circuito e una grave perdita di efficienza delle azioni di valorizzazione e di tutela del patrimonio culturale per i quali servono capacità, conoscenze specifiche e comprensione scientifica”.

Messina, lì 21/06/2019

L’ufficio stampa