Europee. Non diamo i numeri, leggiamoli: il Pd ha perso 6mln di voti

Redazione

Europee. Non diamo i numeri, leggiamoli: il Pd ha perso 6mln di voti

martedì 28 Maggio 2019 - 10:24

Non diamo i numeri, leggiamoli. La Lega ha incrementato di 7 milioni e mezzo i voti rispetto alle scorse elezioni europee, e di 3 milioni e mezzo rispetto alle politiche di un anno fa. Si tratta di uno spostamento di voti epocale, essendo riuscito Salvini ad occupare lo spazio vuoto della destra cattolica, conservatrice e pure di quella nazionalista.

Il Partito Democratico ha perso oltre 6 milioni di voti rispetto alle precedenti europee e 121 mila voti rispetto alle scorse politiche. Non è quindi vero che il PD avrebbe preso i voti persi da 5 Stelle, al contrario, ha continuato a subire l’erosione del suo elettorato, portando il centro sinistra ancora più in basso dei minimi storici: non si è quindi toccato il fondo alla scorse politiche, lo si sta raschiando. Ormai il PD è diventato il partito del ceto medio alto, degli impiegati pubblici, dei docenti e di altri privilegiati. Il movimento 5 Stelle ha perso un milione duecento mila voti rispetto alle europee e addirittura sei milioni e duecentomila dalle elezioni politiche di un anno fa. I suoi vecchi elettori in gran parte non sono andati a votare e in piccola parte hanno votato la Lega.

Il suo è il destino di quei movimenti che, giunti finalmente al potere, cercano di arrestare la spinta rivoluzionaria che avevano precedentemente alimentato, votandosi alla frustrazione dei propri seguaci. Chi parla poi di tenuta di Forza Italia dà i numeri. In realtà ha perso duemilioniduecentosessantaseimila (2.266.000) voti: una debacle epocale che dovrebbe mettere la parola fine su questa esperienza politica, dando finalmente spazio a ipotesi di ricostruzione del popolarismo italiano a prescindere da Berlusconi e i suoi impresentabili caporioni.

Infine il dato dei Fratelli d’Italia, che incrementano il consenso di ben 717.000 voti rispetto alle europee del 2014 e di 292.000 rispetto alle politiche del 2018. Il successo della Meloni va a scapito del partito di Berlusconi e a questo si avvicina quanto a consensi ottenuti. Potrebbe essere esemplificativo il caso di Maria Fernanda Gervasi, marginalizzata dalle scelte perverse di Forza Italia, che ottiene quasi diecimila (10.000!) preferenze candidandosi in Fratelli d’Italia.

Per comprendere la grandezza di questa cifra basti pensare che l’assessore in carica Dafne Musolino, sponsorizzata dal sindaco Cateno De Luca, non ha ottenuto a Messina molto più di novemila preferenze. L’ultimo dato numerico, il più drammatico, è che lo stesso lavoro di spoglio elettorale che al Nord Italia avviene in un paio di ore, nei seggi siciliani avviene nel doppio o nel triplo del tempo. Evidente è che la crisi che la Sicilia e il Sud Italia attraversano è prima di tutto culturale e le cure delle quale c’è bisogno hanno necessariamente a che fare con la cultura.

Dario Caroniti

docente universitario