Sicilia Futura abbandona il Pd. Picciolo&Frinds alla ricerca di nuove alleanze

Redazione

Sicilia Futura abbandona il Pd. Picciolo&Frinds alla ricerca di nuove alleanze

martedì 16 Aprile 2019 - 14:55

“Oggi il Partito democratico sembra mettere davvero in discussione l’identita’ moderata, pluralista e liberale che Sicilia Futura aveva condiviso”. Lo ha detto il segretario regionale di Sicilia Futura, Beppe Picciolo, a Messina, nel corso di una riunione dei quadri dirigenti del movimento che conta due deputati all’Assemblea regionale siciliana: Edy Tamajo e Nicola D’Agostino.
“Sicilia Futura e’ stata sempre piu’ esclusa dai nuovi processi politici, nonostante l’impegno profuso per le Politiche, situazione aggravata dalle successive emarginazioni e mortificazioni patite”, ha aggiunto Piccolo che poi ha proseguito: “In verita’ non abbiamo capito cosa voglia fare il Pd siciliano in futuro, mentre oggi appare troppo confuso nelle istituzioni e sul territorio”. Secondo Picciolo “quando nel 2017 Sicilia Futura strinse una patto federativo con il Pd la speranza era che il Partito democratico, a livello nazionale, regionale e locale, sapesse farsi portavoce del nostro appello – le parole del segretario – all’unita’ ed alla precisa volonta’ di lavorare insieme per un progetto che vedesse vincente il centro sinistra italiano. La convergenza per ben due anni in tutte le competizioni elettorali a fianco del Pd – ha ricordato ancora Picciolo – e’ stata leale, collaborativa e talmente proficua al punto da raggiungere consensi, forse quantitativamente, inattesi tali da offrire una nuova prospettiva comune di crescita politica al centro”. Da qui la “strada da percorrere” e il “nuovo inizio” per Sicilia Futura che secondo il segretario deve dare vita alle “condizioni politiche per una piu’ ampia federazione con altri movimenti o gruppi di tutte le regioni meridionali”. Tutto questo con l’obiettivo finale di “creare una aggregazione omogenea e coesa con a cuore prevalentemente la crescita e lo sviluppo di tutto il centro-sud, ormai relegato – ha concluso Picciolo – da questo governo nazionale a fanalino di coda nella economia del Paese”.