La difesa della famiglia nell'impegno sociale dei cattolici

Redazione

La difesa della famiglia nell'impegno sociale dei cattolici

mercoledì 10 Aprile 2019 - 12:55

In questi giorni, stiamo assistendo a vari tentativi, anche provenienti da più parti politiche, volti a mettere in discussione l’importante valore della famiglia. In estrema sintesi, ci troviamo di fronte a due visioni di vita: la prima che difende la famiglia in quanto tale, costituita da maschio e femmina che si pongono l’obiettivo di trasmettere la vita; la seconda che propone un modello di unione che fa riferimento al concetto di famiglia ma che non tiene conto, per la sua costituzione, della differenziazione sessuale.

Nella prima visione, da un lato, i cattolici propongono, a baluardo dell’unione tra uomo e donna, il matrimonio come Sacramento e, dall’altro, una visione piuttosto laica anche se decisa e condivisa nella sua conformazione.

Il Pontefice, Papa Francesco, anche di recente, è intervenuto su questo tema, ribadendo che “La famiglia è solo una, quella composta da un uomo e una donna, attraverso undocumento post sinodale dedicato alla cura dei giovani, ai quali richiede di essere rivoluzionari di andare controcorrente di ribellarvi a questa cultura del provvisorio”.

L’impegno sociale dei cattolici è sempre stato un doverepersonale ma anche un dovere sentito di partecipare attivamente per costruire il presente, interpretandone gli aspetti peculiari.

In passato, l’elaborazione dell’impegno laico dei cristiani ha significato il riconoscimento di una distinzione di ruoli tra Chiesa e Stato che per natura non generano percorsi divergenti.

Il percorso dei cattolici è basato sul confronto, sull’ascolto, sullo scambio di idee per una crescita culturale e umana, costante ed intensa, sul  significato profondo di un impegno sostanziale nei confronti della società.

I valori etici della dottrina sociale della Chiesa hanno ispirato i più grandi recenti pensatori cattolici, da Don Luigi Sturzo a De Gasperi a Moro, che hanno tentato di proiettare legenerazioni verso la concezione dell’impegno sociale quale risorsa sana, ricca di sviluppo e di progetti per un futuro fondatosul rispetto per la dignità della persona umana, per la libertà e per la democrazia.

Lo stesso ideale europeistico si fonda proprio sui valoridella libertà, della solidarietà e della pace, grazie ai quali trovanorealizzazione i sogni e i progetti di crescita e di sviluppo dellesocietà future.

In quest’ottica, non si può negare che ci si debba riferire a principi dotati di valore assoluto, il cui richiamo viene fatto con riferimento alla “laicità” che dovrebbe guidare l’impegno dei cattolici, in chiave non solo terminologica ma come autonomia della sfera civile e politica da quella religiosa ed ecclesiastica enon da quella morale.

Sarebbe un errore confondere la giusta autonomia che i cattolici devono assumere con la rivendicazione di un principio che prescinde dall’insegnamento morale e sociale della Chiesa chenon deve essere considerato un’intromissione nei governi dei singoli Paesi: essa pone certamente un dovere morale di coerenza per i fedeli laici, interiore alla loro coscienza, che è unica e unitaria.

                                                                         Teresa Schirò