Atm, disdetto contratto di 2° livello. I sindacati: "Disponibili per ridiscuterlo, ma no ai tagli salariali"

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Atm, disdetto contratto di 2° livello. I sindacati: "Disponibili per ridiscuterlo, ma no ai tagli salariali"

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mercoledì 14 Novembre 2018 - 12:35

Ci rendiamo disponibili ad un immediato confronto sulla ridiscussione dell’accordo, escludendo però qualsivoglia riduzione degli attuali livelli salariali dei dipendenti”. E’ quanto si può leggere in una nota congiunta a firma dei segretari delle sezioni messinesi di Filt Cgil e Uiltrasporti, rispettivamente Carmelo Garufi e Michele Barresi con riferimento all’annunciata disdetta dell’accordo di secondo livello (cioè quella contrattazione siglata tra datore di lavoro e organizzazioni sindacali al fine di derogare, ottenendo dunque maggiore flessibilità, ai CCNLapplicato ai 500 dipendenti da parte del management Atm.

Facciamo rilevare – si legge nella nota – che tale accordo sottoscritto dalle sigle Filt Cgil, Fit Cisl Uiltrasporti e Faisa Cisal nel luglio 2017 ha validità triennale e pertanto la disdetta unilaterale da parte aziendale non è di fatto un atto che Filt Cgil e Uiltrasporti possono ritenere rispettoso delle normative vigenti.

Evidenziamo che la stipula dell’attuale contratto integrativo è giunta dopo mesi di concertazione tra le parti ed è basato su rigidi elementi economici finanziari ed è riconosciuto solo su precisi obiettivi di produttività da raggiungere per azienda e lavoratori. L’attuale contratto di secondo livello infatti non ha incrementato il budget di spesa per Atm impiegato prima dello stesso ma ne ha cambiato radicalmente il sistema passando dalla precedente “elargizione a pioggia” al riconoscimento settoriale solo per obiettivo raggiunto .

E’ stato basato su due tronconi: l’uno legato alla presenza e l’altro a precisi parametri di efficienza dell’azienda e del servizio. Ha avuto effetti positivi oggettivi in termini di abbattimento della malattia, facendo diventare Atm un’azienda tra le più virtuose del settore, e ha consentito una percentuale di efficienza complessivo dell’esercizio superiore al 98% in termini di mezzi in servizio. Teniamo a evidenziare che il mancato raggiungimento degli ambiziosi obiettivi concordati nell’accordo di secondo livello può persino penalizzare il lavoratore che di fatto si scommette nel buon funzionamento dell’azienda e così facendo ha coinvolto tutti i dipendenti nel miglioramento del servizio offerto alla città.

Leggiamo in premessa alla nota aziendale di disdetta dell’accordo che questa decisione del CDA è stata presa ‘a seguito della evidente crisi economico-finanziaria di questa azienda e della urgente necessità di rivedere gli accordi sindacali in vigore’, pertanto appare chiara la volontà del nuovo management di rivedere al ribasso il premio risultato previsto nell’accordo integrativo.

Filt Cgil e Uiltrasporti, come ormai noto, hanno contestato quanto emerso e condiviso da altre sigle sindacali, negli accordi del “Salva Messina” in merito alle reali condizioni economiche e finanziarie di Atm e per tale motivo non possiamo certo condividere oggi sulla necessità di ridiscutere al ribasso il salario integrativo dei 500 dipendenti Atm facendo pagare agli stessi lavoratori presunti problemi economici di cui abbiamo chiesto una certificazione terza e di cui i lavoratori non avrebbero di certo responsabilità.

Ci preoccupa invece l’andamento della produzione di Atm nel semestre in corso. Le scelte, le strategie e le contrazioni del servizio operate dal nuovo management che di fatto temiamo non permetteranno il raggiungimento di quegli obiettivi che il contratto integrativo in essere basato sulla defiscalizzazione della maggiore produttività dei dipendenti per non gravare sulle casse Atm”.