Salva Messina, Cgil e Uil non firmano verbali conclusivi: ecco perché

Redazione

Salva Messina, Cgil e Uil non firmano verbali conclusivi: ecco perché

giovedì 08 Novembre 2018 - 16:00

Cgil Messina e Uil Messina a conclusione della tre giorni di tavoli tematici successivi alla mobilitazione del 31 di ottobre che ha avuto la capacità ed il merito di aver fatto ridiscutere e modificare radicalmente  la prima stesura del “Salva Messina” siglata in data 13 ottobre 2018 da una parte del mondo sindacale e dell’Amministrazione Comunale, dichiarano come l’esito dei confronti avviati ritrovi una serie di punti di convergenza ma allo stesso tempo su altre tematiche in discussione una posizione di non condivisione.

Premesso che come abbiamo proposto sin dall’otto di ottobre e all’avvio di questa nuova fase di trattative per la rimodulazione del piano di riequilibrio si renda necessario, per evitare che lo stesso abbia conseguenze ulteriormente negative sui lavoratori e sulla città , di un confronto più ampio che coinvolga la deputazione nazionale e regionale tesa ad ottenere dal Governo Nazionale un intervento straordinario di solidarietà istituzionale che già altre aree metropolitane in Italia hanno avuto.

Nel merito dei punti trattati, non possiamo non accogliere favorevolmente la riduzione del taglio di oltre il 50% dei servizi sociali e prevedendo nell’odierna stesura  la loro  internalizzazione con la costituzione dell’Agenzia, pur esprimendo a tutt’oggi numerose perplessità sull’incertezza legata ai capitali e risorse disponibili, organizzazione della struttura amministrativa, oltre verificare, rispetto alle procedure, le compatibilità col quadro normativo nazionale , il bacino dei lavoratori interessati e la sfera contrattuale di applicazione; riteniamo invece positiva la scelta di accettare la nostra richiesta di non realizzare all’interno del Gruppo Pubblico Locale (Comune e Partecipate) una mobilità del personale che si può realizzare con un comando a tempo determinato e contraddicendo ciò che prevede l’art 19 comma 9 del D.lgs 175/2016.

I passi in avanti realizzatesi sulla riorganizzazione della macchina comunale non sono ancora sufficienti come tutta la partita legata ai buoni pasto deve preveder unulteriore trattativa aziendale. Non si condivide la scelta del Sindaco in merito al mancato turn-over, in quanto dai conteggi sussistono le condizioni economiche  nel corso del triennio 2018-20 in quanto andranno in quiescenza oltre 250 lavoratori  non riuscendo peraltro a quantificare le fuoriuscite con la cosiddetta quota cento.

Riteniamo altresì positivo, dopo la fase di protesta realizzata durante i lavori del consiglio Comunale, che i 40 lavoratori dell’impresa di pulizia di Palazzo Zanca attualmente prorogati fino al 31.12.2018 non perderanno il posto di lavoro e sarà a breve avviata la gara di appalto.

 

Nel merito del tavolo tematico di Messina Servizi, non si può che accogliere favorevolmente la novità annunciata delle maggiori risorse economiche che il Socio Unico ha dichiarato disponibili per affrontare l’emergenza e il raggiungimento degli obiettivi della raccolta differenziata; restano molto vaghi Piano Industriale, la riorganizzazione della pianta Organica e tutto quel che concerne la programmazione di investimenti sulla manutenzione ed il parco mezzi.

Nel merito del tavolo tematico di ATM, riteniamo fondamentale  la costituzione della nuova società SPA che deve avere uno statuto “in house providing” che preveda l’esclusiva partecipazione pubblica, l’impossibilità di cedere quote a soggetti privati ed eviti ogni possibile spacchettamento dell’attuale struttura unitaria dell’Atm che aprirebbe scenari contrattuali penalizzanti peri lavoratori. Restiamo contrari alla immediata liquidazione di ATM , avendo dal mese di agosto richiesto la certificazione della situazione economico-finanziaria dell’azienda a cura di una società terza,  e ritenendo sbagliato l’incremento di 50 milioni di euro che viene presentato per la copertura delle perdite ATM in quanto sommerebbe a nostro giudizio impropriamente perdite e debiti di fatto coperti nel bilancio aziendale e porrebbe a carico della collettività sacrifici non dovuti e riduzioni di sevizi, appesantendo in maniera non dovuta il riequilibrio finanziario del comune.

 

Nel confronto su AMAM sono stati evidenziati alcuni percorsi di stabilizzazione del personale precario (ex CEA ed ex Agrinova)  su cui l’azienda si è riservata di pronunciarsi definitivamente riguardo alla platea dei beneficiari, ai modi e ai tempi. La presentazione del Piano Industriale e della proposta di pianta organica , ancora tutta da verificare, mostra la necessità di avviare finalmente quel confronto contrattualmente previsto con l’azienda, con gli attori titolati alla trattativa, fermo dal mese di agosto. La ripresa della trattativa così come quella delle procedure relative alle progressioni di carriera e al riconoscimento delle mansioni svolte sono il presupposto fondamentale per ristabilire la corretta applicazione del CCNL e dei principi di equità ed anche per avviare quel piano di internalizzazione dei servizi capace di determinare concretamente i risparmi.

Pertanto la tre giorni si può concludere con le luci e le ombre che abbiamo appena evidenziato e con l’avvio della contrattazione nelle aziende interessate da troppo ferma. Tale  percorso deve proseguire secondo le normative contrattuali di categoria con i soggetti titolari (categorie ed Rsu)  rappresentativi dei lavoratori delle singole realtà.