"Terzo Livello": indagato anche Leonardo Termini, ex presidente Amam

Redazione

"Terzo Livello": indagato anche Leonardo Termini, ex presidente Amam

venerdì 03 Agosto 2018 - 00:00

Oltre a Sergio Bommarito, patron della “Fire Spa”, ci sono altri indagati eccellenti nell’ambito dell’inchiesta “Terzo Livello” condotta dalla Procura di Messina, L’operazione ha portato ieri all’emissione di 11 misure cautelari. Il ruolo di Emilia Barrile, già presidente del Consiglio comunale di Messina, eletta nelle file del Pd prima di transitare a Forza Italia, era centrale secondo gli investigatori, in questo filone d’inchiesta che la vede particolarmente interessata ad una gara d’appalto dell’Amam.

Indagato anche Leonardo Termini

L’altro indagato eccellente è l’ex presidente dell’Amam, Leonardo Termini, nominato dall’ex sindaco Renato Accorinti, prima di entrare in rotta di collisione. L’ex presidente della Partecipata comunale, dopo il divorzio con l’ex sindaco ha deciso di appoggiare apertamente la campagna elettorale del neo sindaco Cateno De Luca. Si dice fosse un assiduo frequentatore della segreteria politica del primo cittadino eletto al ballottaggio lo scorso 24 giugno. La foto di copertina ritrae Leonardo Termini (il secondo in piedi da sinistra, le altre persone in foto sono tutte estranee all’inchista), al Comitato elettorale proprio nella notte dello spoglio che ha sancito il successo dell’ex deputato regionale.

Nell’ordinanza del gip Tiziana Leanza emerge un quadro “inquietante” su come la Barrile esercitasse le sue “pressioni” all’Amam trovando complicità proprio nella figura apicale dell’Azienda delle Acque messinese. “In concorso tra loro – si legge nell’ordinanza del gip – e con altri soggetti Emilia Barrile, Leonardo Termini, Marco Ardizzone e Giovanni Luciano, con collusione e altri mezzi fraudolenti turbavano la gara per l’affidamento del servizio di pulizia degli immobili dell’Amam, con un importo di spesa pari a 85.535,00 euro oltre Iva. Gara aggiudicata alla cooperativa Universo e Ambiente”.

Il ruolo di Leonardo Termini

Secondo gli investigatori il presidente dell’Amam, Leonardo Termini, avrebbe segnalato alla Barrile che la cooperativa Universo e Ambiente non risultava inserita nell’elenco delle ditte di fiducia della Partecipata comunale, e come tale non avrebbe potuto essere invitata alla gara. “Termini – si legge nell’ordinanza – si sarebbe adoperato affinché l’impresa riferibile alla Barrile fosse prontamente inserita nell’albo delle ditte di fiducia”.

Il ruolo di Giovanni Luciano

A questo punto entrava in gioco Giovanni Luciano, vicino anche lui alla Barrile, affinché la cooperativa fosse in regola e, comunque, nel novero delle cinque imprese da invitare a partecipare alla gara. Oltre alla Universo e Ambiente partecipava alla gara anche la cooperativa Peloritana Servizi, riferibile sempre alla Barrile. Lo scopo – secondo la Procura – sarebbe stato quello di impedire che potesse essere invitata un’altra azienda, quindi violando la libera concorrenza.

Il ruolo di Marco Ardizzone

Ardizzone – si legge infine nell’ordinanza – avrebbe avuto il ruolo di concorrere moralmente nella commissione del reato, istigando o rafforzano il “proposito criminoso” della Barrile e di Luciano.