Rete ospedaliera, Uil e Uil-Fpl chiedono unità alla deputazione messinese per evitare tagli a Messina

Redazione

Rete ospedaliera, Uil e Uil-Fpl chiedono unità alla deputazione messinese per evitare tagli a Messina

sabato 28 Luglio 2018 - 15:33

“Il Papardo deve ottenere lo status di Dea di Secondo livello, per questo motivo chiediamo alla deputazione regionale messinese di presentarsi compatta in commissione Sanità e in Aula per ottenere questo importante risultato”.

Così Ivan Tripodi e Pippo Calapai e Mario Macrì, rispettivamente segretario generale della Uil Messina, segretario generale della Uil-Fpl Messina e responsabile Area Medica Uil-Fpl Messina..

“Preventivamente abbiamo condotto da soli la nostra battaglia, in tempi non sospetti, quando avevamo intuito che il governo regionale avrebbe penalizzato il Papardo, riducendolo a ospedale di base. Apprezziamo le prese di posizioni di alcuni parlamentari messinesi che in questi ultimi giorni, dopo la presentazione della nuova Rete ospedaliera, hanno chiesto che il Papardo venisse riconosciuto lo status di Dea di Secondo Livello. Ma questo non basta, è necessario che in Aula la deputazione messinese si presenti compatta per perorare le cause della nostra città, fin troppo penalizzata dalla Rete dell’assessore Razza che ha privilegiato solo alcune province, mentre ne ha penalizzate altre. Invitiamo, inoltre la deputazione messinese a fare quadrato attorno agli ospedali della provincia fortemente penalizzati (per esempio Patti, Mistretta e Lipari), e prestare molta attenzione all’IRCCS-Neurolesi/Piemonte che ha subito il declassamento di alcune Unità operative complesse. Da ultimo, invitiamo ancora una volta l’on. Luigi Genovese a ritirare quello scellerato disegno di legge che prevede l’accorpamento del Papardo all’Irccs-Neurolesi. Su questo argomento abbiamo già manifestato la nostra contrarietà e siamo pronti a fare le barricate. Chiediamo, infine, una netta presa di posizione dell’on. Cateno De Luca, sindaco di Messina e sindaco della città Metropolitana di Messina”.

Concludono Ivan Tripodi, Pippo Calapai e Mario Macrì.