Aiuti e sgravi fiscali per chi assume ex detenuti, La Cava escogita "dottrina" per Palazzo Zanca

Redazione1

Aiuti e sgravi fiscali per chi assume ex detenuti, La Cava escogita "dottrina" per Palazzo Zanca

sabato 14 Aprile 2018 - 12:47

Tante difficoltà subentrano per intraprendere un percorso lavorativo, una volta che sono stati “macchiati” dall’onta di una condanna scontata in carcere o di un qualunque provvedimento di misura cautelare per un reato commesso in via definitiva. Gli ex detenuti riescono ad integrarsi nella società raramente e appieno e c’è chi tenta una strada più proficua e sagace di inclusione partendo cioè da chi deve attivare questa inclusione. Il consigliere del Consiglio comunale uscente Alessandro La Cava pensa ad istituire un apposito Regolamento di Palazzo Zanca che disponga l’erogazione di incentivi per i titolari d’azienda che accettano di assumere chi ha fatto l’orrida esperienza della galera o degli arresti domiciliari. L’insieme di regole è stato escogitato sulla falsa riga di quello degli Antichi Mestieri che si trova già in fase istruttoria negli uffici preposti e sta seguendo l’iter burocratico, giunto al protocollo, per approdare in Commissione verosimilmente la prossima settimana. Ricordiamo che il Regolamento può essere approvato e trova la sua validità quando ha la corrispondenza della copertura finanziaria. Questo è uno degli ultimi atti che il capogruppo di Sicilia Futura promette di produrre nell’ambito della sua breve legislatura.

“Anche il Regolamento dedicato agli ex detenuti può essere sensibilizzato con lo stesso principio del recupero di un qualcosa di fondamentale – disamina La Cava –. In questo caso come nel primo, si può trattare di un servizio reso alla comunità quale la manodopera artigiana, operaia e di altro tipo, purché si dia ai datori di lavoro l’input per relazionarsi con chi ha commesso un reato agli occhi della legge ma che vuole, può e deve riscattarsi. La disciplina di un simile argomento subisce e deve transitare attraverso un passaggio tecnico nella Commissione al ramo, per poi essere discussa nell’Aula del Civico Consesso. Questi signori che vanno incontro a misure restrittive vengono pagati al 100% anche se producono al 60% perché ad esempio una volta a settimana o ogni due devono frequentare i servizi sociali, magari non possono uscire dal cantiere, hanno tragitti guidati permessi particolari, sono controllati. Insomma, c’è una serie di vincoli imposti e dettati dalla legge che li fanno rendere di meno”.

L’impresa che compie un’opera di bene deve riscontrare e riconoscere un buon motivo per reclutare questi soggetti in quanto si imbatte essa stessa in supervisioni cadenzate dei carabinieri ogni settimana in cantiere, presenta un dipendente limitato da fattori oggettivi come appunto l’assenza determinata da altre disposizioni. “L’impresa non nasce per perdere soldi quindi – insiste La Cava – se c’è dall’altro lato della medaglia una sorta di sgravio o delle agevolazioni per assumere soggetti svantaggiati, il percorso di reinserimento nel mondo del lavoro potrebbe essere più facilitato. Il Comune può dotarsi di un sistema di regole che possa avvicinare il mondo carcerario alla sfera sociale, magari applicandolo sia durante l’espletamento della misura cautelare sia al termine del provvedimento”.