Tari e veleni, Signorino: "Il sindaco ha avuto un malore, niente speculazioni"

Redazione

Tari e veleni, Signorino: "Il sindaco ha avuto un malore, niente speculazioni"

martedì 03 Aprile 2018 - 08:44

Ancora veleni sulla mancata approvazione delle tariffe Tari per il 2018 da parte del Consiglio Comunale. L’amministrazione ha puntualizzato come il mantenimento delle tariffe 2017 non porteranno alcuno scompenso finanziario, ma adesso arriva anche la risposta piccata dell’assessore Guido Signorino, l’esponente della Giunta, circa l’assenza decisiva del sindaco in Accorinti in aula impegnato in un comizio elettorale,  precisa: “Il Sindaco è stato colto da malore (brusco calo di pressione e perdita di equilibrio) dopo l’incontro coi cittadini che si era tenuto dalle 18,30 nella piazza di Ganzirri quando, con l’autista, stava rientrando a Messina per raggiungere il Consiglio; le speculazioni sulla sua assenza sono respinte al mittente. L’assessore Ialacqua, che alcune fonti hanno dato per assente, era presente in aula, dove è intervenuto sulla delibera e sul famigerato emendamento (informarsi, prima di informare). Con l’assessore Ialacqua erano presenti il dirigente ai Tributi e il dirigente all’Ambiente e Sanità. La proposta era munita di tutti i pareri tecnici adeguati e sufficienti. L’emendamento ripeteva un ritornello vecchio di quattro anni: ogni anno alcuni consiglieri chiedono di stornare dalla delibera il “Piano Economico e Finanziario” (PEF) del servizio, e ogni anno i dirigenti chiariscono la necessità di deliberare anche su questo aspetto, che ne costituisce la base economica e che va necessariamente allegato alla delibera. Tutte le precedenti delibere TARI contengono il PEF in allegato e non sono state né impugnate né annullate. Il dirigente ai tributi è per decreto del Sindaco sostituto del Ragioniere Generale (aspetto chiarito dal Vicesegretario all’aula). I dirigenti presenti potevano dunque esprimere ogni eventuale e necessario parere contabile, tecnico e giuridico. Il parere del Collegio dei Revisori sull’emendamento non era dovuto: il precedente parere chiariva già che il Consiglio Comunale è competente per il PEF. Inoltre l’emendamento non modificava in alcun modo i contenuti contabili della proposta; qualora lo avesse fatto, i pareri dei dirigenti presenti sarebbero stati completamente sufficienti.  Emendamento e delibera, dunque, potevano essere votati senza necessità di alcun ulteriore parere dei Revisori”.

Signorino rincara la dose: “Si comprende il disappunto e il disagio dei Consiglieri per un atto importante che, ancora una volta, arrivava appena in tempo per essere votato. Si dà atto della responsabile presenza di 21 consiglieri che hanno garantito il numero legale. Non può non dirsi, però, che la procedura era legittima e che il Consiglio aveva ogni possibilità di votare la delibera, anche con emendamenti. Non si ritiene corretto speculare sulla salute del Sindaco, né scrivere cose infondate senza sottoporle a prudente e doverosa verifica. Si ritiene corretto e doveroso dar conto delle condizioni effettive e di diritto entro cui si svolgevano i lavori del Consiglio”.