Via Crucis a Giampilieri, le stazioni del dolore nei luoghi "risorti" dell'alluvione

Redazione

Via Crucis a Giampilieri, le stazioni del dolore nei luoghi "risorti" dell'alluvione

martedì 27 Marzo 2018 - 11:27

Una Via Crucis vivente sui luoghi dell’alluvione del 2009, un’occasione per “ripercorrere” il dolore vissuto dall’intero villaggio. La popolazione di Giampilieri si è data appuntamento ieri sera (il giorno prima la manifestazione era stata rinviata a causa del maltempo) per un simbolico evento organizzato dalla parrocchia San Nicolò di Bari.
La Via Crucis si è snodata lungo il Canalone (nuova opera di ingegneria idraulica inaugurata il 5 agosto scorso). La particolarità della cerimonia è stata nella sua rappresentazione: ogni stazione è stata interpretata grazie alla partecipazione degli abitanti del borgo e con un largo coinvolgimento dei giovani e di tutte le associazioni presenti nel territorio.
L’evento, oltre ad un suggestivo impatto visivo, è stato accompagnato dalle musiche del coro polifonico “San Nicolò“ diretto dal maestro Nazzareno De Benedetto, dal violino di Cettina De Benedetto e dal pianoforte di Francesco Micali.
Giampilieri cerca di ripartire, ma non dimentica una tragedia che ha segnato il destino di decine di famiglie. Giovani ed anziani si sono ritrovati fianco a fianco, si sono guardati negli occhi che magari qualcuno avrà alzato al cielo alla ricerca del proprio “caro”.

Un percorso di dolore e di speranza, evidenziato anche dalla foto scattata da Cinzia Aloisi che ovviamente ringraziamo.
“A quasi nove anni dall’alluvione che ha colpito questo borgo abbiamo voluto scegliere come tragitto quei luoghi e quegli spazi per la forte carica simbolica che essi rappresentano per i nostri concittadini – ha spiegato il parroco don Alessandro De Gregorio – la Via Crucis vuole ripercorrere la via dolorosa della Croce proprio li dove il dolore si è consumato e dove hanno perso la vita 19 persone, nella certezza di volere tenere vivo il ricordo di un passato difficile costruendo un presente di speranza e resurrezione”.
Tonino Demana