Il Pd deve essere il partito di tutti. Di Franco Providenti

Redazione

Il Pd deve essere il partito di tutti. Di Franco Providenti

martedì 13 Marzo 2018 - 15:46

L’essenza e la diversità che caratterizza il “partito democratico”, è insita nel suo stesso nome: “nessun leaderismo”, “nessun padrone”, ma un partito di tutti in cui ciascuno possa esprimersi con libertà e trovare un suo modo di partecipare in modo reale ed efficiente sia alle scelte importanti che a quelle di routine.
Le strutture del partito non possono essere un optional da utilizzare per dare una forma a contenuti scelti altrove. L’organizzazione degli iscritti e degli aderenti deve essere espressione del libero dibattito democratico, così come le scelte delle candidature rappresentative e l’affidamento dei vari incarichi. Ricordiamoci che il Partito Democratico ha nel suo DNA essenziale le culture del personalismo e del socialismo che comportano il rispetto della libertà individuale, e del confronto politico all’interno del partito, ed escludono forma di subordinazione formale o sostanziale

La seconda osservazione riguarda il modo di far politica. Nell’epoca moderna il comizio, il confronto, il dibattito nelle sede dei partiti, ha lasciato il passo alle televisioni, alle affermazioni urlate, alle denigrazioni, agli insulti, e, l’acquisizione del consenso, passa attraverso vari strumenti di convinzione di massa e sofisticate forme di convincimento, non sempre libere e rispettose.

Il Partito ha oggi più di prima la funzione di recuperare il filo sottile ma necessario della verità, nel discernimento politico, in modo da costruire spazi di dialogo reale e di confronto nell’ottica del raggiungimento del “bene comune”.

Nel dialogo interno e nel confronto esterno con il mondo della cultura con gli imprenditori, con i sindacati, con gli operatori commerciali, la politica deve far nascere, i progetti di sviluppo, i programmi di solidarietà, gli interventi mirati alla difesa dei più deboli e soprattutto nuove possibilità di lavoro, che diano ai cittadini la necessaria libertà dal bisogno.

Questa è la strada che il Partito Democratico deve e può praticare. E vorremmo sinceramente che abbandonasse quella del “clientelismo” purtroppo molto frequentata dalle nostre parti. Un partito di clienti, è fondato su un rapporto fra classe dirigente ed elettori sostanzialmente falso, in cui il “capo”, promette sempre il “favore”, che non manterrà mai, perché soltanto la speranza di chi ha bisogno gli garantisce la fedeltà.

Vorremmo un partito di uomini liberi, lontani da qualsiasi forma di malaffare rispettosi della funzione di servizio loro attribuita dal popolo. Vorremmo che prevalessero le idee migliori, anche se diverse da quelle del capo, che ogni uomo fosse giudicato per il suo valore, per la sua capacità di far crescere il partito e la società in cui opera.

Questo è il Partito che i cittadini aspettano e che non hanno visto nelle ultime elezioni. Non hanno colto la differenza fra la campagna elettorale del Partito democratico, e la caccia al voto dei partiti della destra, ed hanno punito coloro da cui si aspettavano segni positivi di speranza.

Franco Providenti