Crocetta: "Vi spiego perché Navarra non è votabile"

Redazione

Crocetta: "Vi spiego perché Navarra non è votabile"

venerdì 16 Febbraio 2018 - 16:25

Mi sarei aspettato una svolta culturale del Pd, non si possono candidare taluni personaggi. Una volta si candidavano i figli delle vittime di mafia, oggi si mettono in lista persone dai cognomi pesanti”.

Rosario Crocetta non arretra di un solo millimetro rispetto alla sua posizione sui cosiddetti impresentabili. Il caso-Navarra continua a tenere banco, anche all’indomani della presa di posizione dei pro-rettori dell’Università di Messina, che hanno preso le difese di Pietro Navarra. Una difesa d’ufficio per preservare anche l’onorabilità dell’Ateneo messinese. Pietro Navarra sapeva di portare un cognome pesante ma non si aspettava certamente che gli attacchi più feroci sarebbero provenuti proprio dal Pd. Il “fuoco amico” che sta facendo “traballare” l’ex Rettore, il quale in più di un’occasione ha precisato che lo zio Michele è morto dieci anni prima che egli nascesse. Crocetta non tira in ballo la parentela, ma evidenzia anche altri aspetti.

Cosa non le va giù della candidatura di Pietro Navarra…

Intanto, non sono io che tira fuori certe storie ma ci sono atti ufficiali della Commissione Parlamentare Antimafia che parlano della famiglia Navarra. In una relazione del 2006 si fa esplicito riferimento a Michele Navarra ritenuto il padrino di Cosa Nostra. E’ notorio che lui abbia studiato a Messina conseguendo la specializzazione nell’Ateneo peloritano. La relazione del 2006 dice testualmente: ‘E’ difficile anche immaginare che quei rapporti con Cosa Nostra, non appoggiò anche dopo l’assassinio del padrino corleonese, il fratello Salvatore Navarra, trasferendosi stabilmente a Messina, dove divenne docente universitario e poi per decenni direttore sanitario del locale Policlinico’”.

Sì, ma il relatore all’epoca dei fatti il relatore era Beppe Lumia?

Lo sapevo che mi avrebbe fatto questa domanda, ma Lumia non poteva sapere che a distanze di 12 anni, Pietro Navarra si sarebbe candidato alla Camera dei deputati”.

Ma cosa non le va giù di questa candidatura?

“Trovo che vi sia un problema di opportunità politica. E’ come se fra 10 anni il Pd decidesse di candidare il nipote di Riina o Provenzano. Tutto questo è assurdo”.

A Pietro Navarra in fine dei conti contesta la parentela?

“No, assolutamente. Mi chiedo perché Pietro Navarra non abbia mai sentito il bisogno di fare ciò che fece Peppino Impastato. Non ha mai fatto nulla per scrollarsi di dosso quel cognome pesante che porta. Lo invito pubblicamente a fare qualcosa contro la mafia. Non può avere una storia familiare così pesante e tacere”.

Ma Renzi l’ha candidato ugualmente?

“E mi chiedo perché lo abbia fatto, conosceva la sua storia familiare, sapeva che noi non l’avremmo votato. E invece denoto purtroppo una certa smobilitazione all’interno del Pd, il problema è comunque regionale. Non condivido nemmeno altre candidature di persone che portano cognomi pesanti”.

Matteo Renzi ha forse voluto allontanare i contestatori?

“Guardi il Pd è diventato il lato B di Berlusconi. Sono due facce dello stesso Cd (ride). C’è il rischio che all’interno del Pd si stia tentando di eliminare la vera sinistra, non sono un nostalgico mi definisco un libertario, ma non è votabile il Pd dove ci sono invotabili. Impossibile, pertanto, votare Pietro Navarra”.

E cosa ne pensa dell’ingresso di Dore Misuraca nel Pd?

“E’ tornato a casa sua. Il Pd di Renzi è come se fosse il centrodestra, disposti ad accogliere chiunque. Che vi sia questa vicinanza si evince dal silenzio del Pd sul caso-Antoci. Nessuno ha speso una sola parola”.

Qualcuno accusa Navarra di rappresentare una baronia universitaria…

“E non sbaglia, basti guardare quanti Navarra sono docenti universitari. La lista mi pare sia molto lunga”.

Cosa vorrebbe chiedere a Pietro Navarra?

“Una domanda ce l’avrei. Gli chiederei se ha verificato se nella sua segreteria non vi siano personaggi coinvolti in operazioni Antimafia. Io queste verifiche le ho sempre fatte. E lui?”

Allude a qualcosa?

“Non assolutamente, per chi combatte la mafia sono cose di routine”.

E di Messina cosa ci dice?

“Che è una città occupata dal silenzio. Presto farò una conferenza stampa contro il silenzio dei potenti e dei prepotenti. Il caso dell’Autorità Portuale è emblematico. Da cittadino acquisito di questa città ho protestato per lo scippo e la politica mi è andata contro. Delrio mi diceva perché ti ribelli. Sono stato l’unico a prendere le sue difese per impedire che venisse consegnata ai potenti romani con la complicità dei nuovi potenti locali”.

Qualcuno sostiene che lei potrebbe candidarsi a sindaco di Messina…

“Ho scelto di essere messinese e mi piacerebbe contribuire alla liberazione di questa città”.

La risposta è sì, quindi?

“In politica è tutto possibile…”