Fusione Irccs-Papardo, Picciolo: "Il rischio è l'esubero di personale"

Redazione

Fusione Irccs-Papardo, Picciolo: "Il rischio è l'esubero di personale"

martedì 13 Febbraio 2018 - 21:46

Scambio epistolare attraverso Fb fra Luigi Genovese e Beppe Picciolo a proposito del disegno di legge sulla possibile fusione fra IRCCS-Piemonte e Papardo. Un percorso tortuoso che sta riscontrando posizioni contrarie da parte di alcune forze sindacali, su tutte Uil-Fpl e Anaao-Assomed. “Intanto complimenti per l’iniziativa, che denota grande interesse per il tuo territorio. Vorrei solo farti rilevare che ci sono spunti importanti nel tuo post, quali ad esempio l’impossibilità nella riorganizzazione della Rete ospedaliera siciliana di fare assurgere il Papardo al ruolo di Hub, in quanto incompatibile con il DDL Balduzzi (e ci abbiamo provato nella scorsa legislatura più volte ma invano); il fatto che la rete ospedaliera andrà rivista dopo il triennio di prova, e quindi molte strutture che non dovessero superare positivamente la valutazione ministeriale verrebbero verosimilmente chiuse o accorpate, in primis i doppioni improduttivi.
Discorso diverso però è “fasciarsi la testa” prima di essersela rotta” E’ quanto scrive Beppe Picciolo, già componente della Commissione Sanità all’Ars e candidato al Senato con la lista del Pd.
“È giusta la tua valutazione che la Provincia di Messina sia penalizzata rispetto alla città per il numero dei posti letto per acuti, ma dall’accorpamento ahimè non ne beneficerebbe certamente la provincia, che già ha ottenuto due ospedali di zona disagiata (Mistretta e Lipari), in deroga al Balduzzi, e il mantenimento pressoché inalterato della sua “ossatura ospedaliera”, che ad esempio nel caso degli Ospedali di Taormina e di Patti è stata potenziata grazie alla creazione dei nodi della rete tempo-dipendenti allocati presso queste strutture.  La fusione dei due ospedali, oggetto della tua proposta di decreto – scrive ancora Picciolo rivolgendosi a Genovese -, sarebbe oggi estremamente penalizzante per il personale medico e paramedico dei due ospedali, in quanto determinerebbe certamente esuberi da ricollocare; penalizzante per l’organizzazione sanitaria cittadina che si auto-priverebbe di un numero non meglio precisato di strutture complesse e semplici, con tutto quello che le stesse si portano dietro (infermieri, medici e personale amministrativo).
Come hai visto non parlo dei pazienti, perché concordo con te che l’offerta sanitaria non è mai in funzione del numero dei reparti o del numero dei medici, ma in funzione della qualità della prestazioni erogate.
E allora, a mio avviso, sarebbe fondamentale che in questi due anni rimanenti si puntasse al potenziamento e all’efficientamento dell’esistente, cercando di rendere competitive entrambe le strutture che sono attualmente DEA di I livello e che hanno tutte le potenzialità logistiche, economiche e di eccellenza per poter diventare ulteriormente attrattive ed essere quindi perfettamente rispondenti ai requisiti previsti dal Balduzzi che ricordo a me, ma anche a te, che purtroppo, o per fortuna, sono uguali dal Brennero a Capo Passero! Quindi un sistema perequativo su base nazionale e del quale non ci possiamo lamentare!
L’unica certezza di sopravvivenza secondo il Balduzzi, non del Papardo o del Piemonte, (che per fortuna hanno mission sanitarie totalmente differenti, e si sono potute salvare per questo motivo) ma di tutte le strutture sanitarie italiane, sta nella qualità delle prestazioni erogate. Lavora con diligenza per questo e avrai il mio appoggio incondizionato! Ma non offriamo il fianco ai nostri nemici di fuori provincia o di altre regioni”. Conclude Beppe Picciolo.