Clan degli attori presenta Due passi sono, una piéce sulla fragilità della vita

Per il terzo appuntamento di “Una stagione di Spettacoli, uno spettacolo di Stagione”, che, sino a maggio animerà il Clan Off Teatro,  sabato 2, con repliche alle ore 18.30 e alle 21.30 e domenica 3 alle ore 18.30,  andrà in scena la pièce dal titolo “Due passi sono”, vincitore del Premio Scenario per Ustica 2011, del Premio In-Box 2012, del Premio Internazionale T. Pomodoro 2013.

Interpretato da Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi, lo spettacolo racconta le gesta di due piccoli esseri umani: un uomo e una donna. I due si ritrovano sul grande palcoscenico  dell’esistenza, nascosti nel loro mistero di vita che li riduce dentro uno spazio sempre più̀ stretto. Attraversano le sezioni della loro tenera e terribile, goffa e grottesca vita/giornata condivisa. Sembrano essere chiusi in una scatoletta di metallo, asettica e sorda alle bellezze di cui sono potenziali portatori, ma un “balzo” aprirà̀ la custodia del loro carillon. Fuoriescono vivendo il sogno della vera vita da cui non è più necessario sfuggire, ma solo vivere, con la grazia e l’incanto di chi ha imparato ad amare la fame, la malattia, i limiti dello stare. Immagine-cripta sacra, surreale e festosa, quella del loro matrimonio, dove come in una giostra di suoni, colori e coriandoli, finiranno per scambiarsi meravigliosi propositi di poesia.

Lo spettacolo  vuole farsi  portavoce di una generazione a cui è stata preclusa la possibilità di realizzare, con onestà e senza compromessi, le proprie ambizioni. Sentiamo pesante l’immortalità della tragica favola di Romeo e Giulietta lì dove nulla di vivo resta se non i vecchi, la cui faida e il cui egoismo, non il caso, hanno ucciso i giovani. Romeo e Giulietta potranno finalmente stare insieme ma solo nella cripta, col loro amore per l’eternità nelle statue d’oro che i carnefici eleveranno a ricordo. Abbiamo voglia di sfidare il mito e celebrare il lieto fine nella vita, o quantomeno nella speranza della stessa, e non nella morte avendo avuto la paradossale e sacrale fortuna di toccarla in vita. Ancora una volta uno spettacolo vibrante  in cui non mancheranno forti emozioni alle quali abbandonarsi.

Maria Antonella Saia

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