Clan degli attori presenta Due passi sono, una piéce sulla fragilità della vita

Maria Antonella Saia

Clan degli attori presenta Due passi sono, una piéce sulla fragilità della vita

giovedì 30 Novembre 2017 - 17:15

Per il terzo appuntamento di “Una stagione di Spettacoli, uno spettacolo di Stagione”, che, sino a maggio animerà il Clan Off Teatro,  sabato 2, con repliche alle ore 18.30 e alle 21.30 e domenica 3 alle ore 18.30,  andrà in scena la pièce dal titolo “Due passi sono”, vincitore del Premio Scenario per Ustica 2011, del Premio In-Box 2012, del Premio Internazionale T. Pomodoro 2013.

Interpretato da Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi, lo spettacolo racconta le gesta di due piccoli esseri umani: un uomo e una donna. I due si ritrovano sul grande palcoscenico  dell’esistenza, nascosti nel loro mistero di vita che li riduce dentro uno spazio sempre più̀ stretto. Attraversano le sezioni della loro tenera e terribile, goffa e grottesca vita/giornata condivisa. Sembrano essere chiusi in una scatoletta di metallo, asettica e sorda alle bellezze di cui sono potenziali portatori, ma un “balzo” aprirà̀ la custodia del loro carillon. Fuoriescono vivendo il sogno della vera vita da cui non è più necessario sfuggire, ma solo vivere, con la grazia e l’incanto di chi ha imparato ad amare la fame, la malattia, i limiti dello stare. Immagine-cripta sacra, surreale e festosa, quella del loro matrimonio, dove come in una giostra di suoni, colori e coriandoli, finiranno per scambiarsi meravigliosi propositi di poesia.

Lo spettacolo  vuole farsi  portavoce di una generazione a cui è stata preclusa la possibilità di realizzare, con onestà e senza compromessi, le proprie ambizioni. Sentiamo pesante l’immortalità della tragica favola di Romeo e Giulietta lì dove nulla di vivo resta se non i vecchi, la cui faida e il cui egoismo, non il caso, hanno ucciso i giovani. Romeo e Giulietta potranno finalmente stare insieme ma solo nella cripta, col loro amore per l’eternità nelle statue d’oro che i carnefici eleveranno a ricordo. Abbiamo voglia di sfidare il mito e celebrare il lieto fine nella vita, o quantomeno nella speranza della stessa, e non nella morte avendo avuto la paradossale e sacrale fortuna di toccarla in vita. Ancora una volta uno spettacolo vibrante  in cui non mancheranno forti emozioni alle quali abbandonarsi.