La "leggerezza" del Decameron sbarca al Teatro Mandanici attraverso la superba interpretazione di Tullio Solenghi

Maria Antonella Saia

La "leggerezza" del Decameron sbarca al Teatro Mandanici attraverso la superba interpretazione di Tullio Solenghi

domenica 19 Novembre 2017 - 17:52

Un trionfo di momenti magici vissuti insieme al grande Tullio Solenghi, che si è donato senza remore alla Città del Longano, cosi potrà essere ricordata l’intensa giornata di ieri che ha visto  come protagonista indiscusso il grande attore genovese,  il quale poi dal palco del Teatro Mandanici  ha salutato  la comunità barcellonese con una fantastica selezione di novelle tratte dal Decameron, scegliendo tra esse quelle più rappresentative dello stile Boccaccesco( Chichibio e la gru, Peronella, Federico degli Alberighi, Masetto da Lamporecchio,  Madonna Filippa e Alibech). Novella dopo novella Solenghi ha  preso per mano il pubblico conducendolo in un’altra epoca rendendo comprensibile il ricercato linguaggio trecentesco, a tal punto che l’attore genovese  è rimasto a lungo “bloccato” dagli applausi sul palco e ha chiuso il sipario al grido di “c’è una bomba in teatro”, uno scherzo complice tra lui e la sala, l’ennesimo momento di amicizia che l’attore ha voluto  regalare alla comunità del Longano.

Regalo, sì, perché come Solenghi ha detto scherzosamente nel pomeriggio, durante la cerimonia di consegna degli attestati di partecipazione agli  stagisti, per il teatro Mandanici, per il sindaco Roberto Materia e per il direttore artistico Sergio Maifredi l’artista ha compiuto un atto che per un genovese è “contro natura”: per questo “Decameron” ha infatti deciso di rinunciare al suo cachet come gesto di personale sostegno alla stagione del Teatro Mandanici, il cui direttore, Sergio Maifredi, è un caro amico. Uno dei tanti “sì” che Solenghi ha offerto a Barcellona Pozzo di Gotto, non meno importante di quello che l’ha condotto anche in visita alla casa circondariale diretta da Nunziante Rosania.

Un incontro, pure questo, che l’attore ha gestito con delicatezza e sensibilità, strappando sorrisi e confidenza in un contesto decisamente inusuale. La giornata di Solenghi, fuori e dentro il teatro, on stage e backstage, è stata insomma di quelle da ricordare. Non per caso. L’attore ha voluto ripercorrere il proprio legame con la Sicilia e ha raccontato di essere stato “scoperto” e portato in tv da Pippo Baudo, ma anche di aver avuto l’occasione, da attore alle prime armi, di stare al fianco del grande Turi Ferro. Momenti che hanno segnato la sua vita professionale. Anche per questo, nel congedarsi dai cinque giovani stagisti, Martina Genovese, Veronica Giambò, Dario Lombardo, Graziano Molino e Fabio Pirrotta, Solenghi ha augurato loro che nei prossimi anni possano ricordare l’esperienza al Teatro Mandanici come un passaggio importante nel percorso di realizzazione dei loro sogni artistici.
Il  lungo racconto ideato da Sergio Maifredi  prosegue inarrestabile regalando ai barcellonesi momenti indimenticabili, perché la maggiore grandezza di un’artista  sta nel sapersi  donare.